Dopo il successo passato, ritorna Priscilla regina del deserto
Strabiliante! Niente di diverso da dire su Priscilla regina del deserto. Torna al Brancaccio, dal 21 ottobre al 1 novembre, per la regia originale di Simon Philips e con il resident director Matteo Gastaldo uno dei musical più coinvolgenti della scena italiana: grandi interpreti con voci eccezionali, inondano la sala tra armonie e ritornelli che hanno fatto la storia della musica pop internazionale. Da Aretha Francklin a Mandonna, da I will survive a Material girl passando per la plurinterpretata It’s raining men, non si può che abbandonarsi ai ritmi accattivanti di una storia nata al cinema, che le è valso tra l’altro un Premio Oscar e il Grand Prix Du Publique al Festival di Cannes, e approdata con successo sulle tavole del palcoscenico.
Cristian Ruiz, Marco D’Alberti e Andrea Rossi vestono i panni, è il casi dirlo, di Tick, Bernadette e Adam: tre stupefacenti drag queen alle prese con un lungo viaggio che le porta da Sidney ad Alice. 500 costumi colorano la scena ogni volta in modo più inaspettato e tra battute, momenti più seri, buffe prese in giro che fanno dell’autoironia dei personaggi uno dei punti di maggior forza del racconto, Priscilla regina del deserto conferma la sua pregnante attualità.
E’ facile ritrovarsi a canticchiare i notissimi motivi, guardando a bocca aperta gli eccentrici e talvolta favolistici personaggi che abitano il palco. Un musical di taglio internazionale, con splendide coreografie ben realizzate dall’intero cast. Tra parrucche, trucchi e abiti sfarzosi, più che uno spettacolo sembra una festa. E non manca comunque il momento per pensare a chi continuamente lotta in nome di una libertà non solo sessuale, ma anche e soprattutto di pensiero. Può sembrare anacronistico, ma ancora oggi si è costretti ad assistere a discriminazioni folli delle quali non si dovrebbe parlare più. E invece si torna sempre al medesimo punto, quello in cui un bacio tra due persone dello stesso sesso fa scandalo, colpisce la psiche fragile di chi ama passare il tempo a parlare dei gusti degli altri, anziché vivere.
La bellezza dello spettacolo è anche questa, la forza dirompente con cui tratta temi importanti pure con una leggerezza che oltrepassa qualsivoglia retorica.
Imperdibile!