Il mondo dei giovani oggi parla di bullismo. I ragazzi cosa ne pensano? Che ruolo danno agli adulti?
“ Il cattivo mai riferisce a se stesso un buon consiglio” (Publilio Siro).
Il bullismo per alcuni è soltanto una “presa in giro”, per altri è “ essere tagliati fuori dal gruppo”, ma il vero problema arriva quando non ci si limita a qualche scherzetto banale o all’isolare un compagno perché ritenuto brutto o “sfigato”, bensì quando la vittima in questione viene presa di mira per mesi o addirittura anni e torturata sia psicologicamente che fisicamente. Negli ultimi anni gli atti di bullismo sono aumentati e, secondo l’associazione milanese “ Stop al bullismo”, circa il 60% dei minori ritiene che per i “bulli” è più semplice mettere in atto le loro “malefatte” tramite Social Network. Questi ultimi sono il mezzo giusto per agire indisturbati comodamente da casa senza nemmeno bisogno di “metterci la faccia”. In tutto questo, i genitori dei “delinquentelli” difendono i loro figli, gli insegnanti si arrabbiano solo se non si presta attenzione alle lezioni e i ragazzi agiscono liberamente senza che nessuno se ne occupi, finchè dalla violenza psicologica non si passa a quella fisica.
Perché lasciare i propri figli o i propri studenti liberi di rovinare le vite di altre persone? Come si può non capire che, gli stessi bulli delle scuole elementari,medie e superiori diverranno adulti crudeli cresciuti su basi di odio verso il prossimo? Questi bambini e ragazzi che ogni giorno subiscono violenze di ogni tipo, saranno adulti pieni di amarezza e insicurezze, porteranno queste umiliazioni, denigrazioni e violenze con sé ogni giorno della loro vita. Ecco le conseguenze di un problema che avrebbe dovuto essere risolto attraverso gli insegnamenti di genitori ed insegnanti, che invece hanno preferito sorvolare; in fondo sono “solo ragazzi”.
Sally Gulinelli