Buon Natale un corno

Buon Natale un corno

Gli italiani si apprestano a celebrare l’ennesima, mesta, fine d’anno. Consumi a picco in un Paese eternamente in crisi e, come certificato dall’ultimo rapporto Censis, sempre più cinico e depresso tra una retata e un tax day. Con buona pace della retorica dell’ottimismo in stile pubblicità del panettone. Il nuovo personaggio del presepe 2014 sarà “er cecato” Carminati?

Si fa presto a dire auguri. Anche senza le piume da gufo è dura dare retta ai “banditori di smisurate speranze”, per dirla con le parole sibilline del quasi ex Presidente Napolitano, indirizzate secondo molti all’attuale Premier. Il Natale 2014, a dispetto del clima insolitamente mite, si profila freddo sotto molti profili, a cominciare da quello economico.

Sotto l’albero i doni saranno pochi a quanto pare, con “un calo medio del 40-50%, con picchi fino al 60% rispetto a un anno fa”, è l’allarme di Adusbef e Federconsumatori, secondo il cui osservatorio nazionale “la spesa per i regali è stata ridotta del 6,2% rispetto al 2013 e del 39,9% se paragonata al 2010”. Che allegria.

Un Paese, l’Italia, sempre più “immobile e incapace di reagire”, come diceva Sergio Marchionne, Amministratore delegato della fu Fiat, oggi la straniera Fca, e non certo annoverabile tra le cupe schiere dei rosiconi, solo pochi mesi fa. Poi venne il rapporto del Censis sulla situazione sociale italiana i primi giorni di dicembre e non fu certo una strenna natalizia: “Italiani sempre più soli, impauriti, vulnerabili, ma anche cinici”. Nient’altro?

“Più diseguaglianze, meno integrazione, ceto medio corroso”. Un contesto di insicurezza globale tale da far pensare al 60% degli italiani “che a chiunque possa capitare di finire in povertà, come fosse un virus che può contagiare chiunque”. La reazione a tutto questo quindi è un “attendismo cinico, per cui non si investe e non si consuma, il contante è considerato una tutela necessaria” e prevale la filosofia del “bado solo a me stesso”.

E tutto ciò prima che venisse aperto il Vaso di Pandora di #MafiaCapitale, rigorosamente preceduta dall’asterisco-ashtag, con l’operazione Terra di Mezzo che ha gettato la Capitale, e con essa tutto il Paese, nel discredito facendo luce su una vera e propria cupola, non meno evidente del “cupolone”, di malaffare e ladrocinio bipartisan e capillare, giusto nei giorni in cui l’Italia vinceva il premio di nazione più corrotta d’Europa.

Al vertice di tale organizzazione una vecchia conoscenza degli anni settanta e delle patrie galere, il “nero” di Romanzo Criminale Massimo Carminati, ex Nar, terrorismo neofascista, e Banda della Magliana, altrimenti detto “er cecato” per una vecchia ferita all’occhio sinistro subita durante una scontro a fuoco con un Carabiniere. Divenuto una vera celebrità dopo decenni di anonimato, Carminati rischia seriamente di essere protagonista occulto, più o meno come i Servizi a cui faceva servizi, di cenoni e tombolate. Una sorta di convitato di pietra, o di piombo.

Chissà che qualche artigiano non abbia già creato la sua statuetta per il Presepe 2014, da posizionare, però, a distanza di sicurezza dal Bambinello. Tanto per ricordarci che sarà anche Natale, ma questa rimane sempre l’Italia.

Marco Bombagi

 

About Marco Bombagi

Laurea Magistrale in Scienze Politiche con indirizzo sociale e del lavoro conseguita nel giugno 2006. Praticante giornalista presso "Lumsa News" ( scuola di giornalismo dell'università Lumsa) da ottobre 2007 a ottobre 2009. Giornalista professionista dal 19 gennaio 2010. Autore del romanzo "La Valle di Erec" edito da Progetto Cultura