CAMERLENGO D'ORO, IL PRIMO TOCCA A TREMONTI
(15.4.09) Ha inizio con Tremonti – ma analoghi riconoscimenti spetterebbero, se il premio fosse esistito un mese fa, anche al ministro Sacconi e al senatore Quagliarella – la distribuzione ufficiale del “Camerlengo d'oro”, il prestigioso premio messo in palio da Contrappunti.info per quanti si siano particolarmente distinti nel bacio dell'anello con prostrazione profonda davanti al Consesso dei Cardinali di Santa Romana Chiesa. Dovendo trovare per il soccorso ai terremotati fonti di finanziamento alternative al consueto “mettere le mani nelle tasche degli italiani” praticato dalla sinistra (e patrocinato anche in questa occasione con le proposte di addizionale all'Irpef dai vari Amato e Franceschini), Tremonti ha pensato all'inserimento dello Stato tra i beneficiari del 5 per mille accanto ad Onlus, associazioni di promozione sociale ed enti di ricerca. Che sarebbero ovviamente penalizzati dalle scelte che i contribuenti, commossi dall'evento, sarebbero indotti a fare nella dichiarazione dei redditi. Vista la svista? Il Genio della finanza globale ha finto di dimenticarsi che lo Stato è già presente tra i pochi scelti destinatari di un'altra ben più remunerativa “colletta”, quella dell'8 per mille, che ogni anno porta alla Chiesa Cattolica, tra scelte dirette e indirette, dai 700 agli 800 milioni di euro. Parliamo di scelte dirette e indirette perché solo 300 milioni spetterebbero alla Chiesa per le preferenze espresse in suo favore dai contribuenti, gli altri 4-500 milioni li incamera perché per un meccanismo perverso, la quota di 8 x 1000 relativa ai contribuenti che non hanno espresso alcuna scelta nella dichiarazione dei redditi (e sono la maggioranza, più del 60%) viene comunque distribuita ai vari enti ecclesiastici e allo Stato in percentuali corrispondenti alle scelte espresse. Meccanismo diabolico inventato da Chi? Ma da Lui, l'ineffabile genio della finanza Tremonti, all'epoca socialista e consulente di Craxi quando il grand'uomo sottoscrisse il nuovo Concordato. E' evidente che proporre agli italiani di fare in favore dello Stato (e quindi dei terremotati abruzzesi) la scelta dell'8 per 1000 significherebbe andare a danno della grassa raccolta fatta ogni anno dalla Chiesa con questo marchingegno. Di qui la reticenza di Tremonti. Del 5 per mille si può parlare, dell'8 per mille no. Tra parentesi, le favolose cifre incamerate dalla Cei ogni anno (gli 800 milioni di euro che abbiamo citato si riferiscono ai dati del 2004, quest'anno il gettito che arriverà dall'8 x 1000 – soldi nostri – dovrebbe superare il miliardo) danno la giusta dimensione del contributo di 3 – dicesi tre – milioni stanziato dai vescovi per il sisma d'Abruzzo. Poveretti, si sono levati il pane dalla bocca.
(15.4.09) Ha inizio con Tremonti – ma analoghi riconoscimenti spetterebbero, se il premio fosse esistito un mese fa, anche al ministro Sacconi e al senatore Quagliarella – la distribuzione ufficiale del “Camerlengo d'oro”, il prestigioso premio messo in palio da Contrappunti.info per quanti si siano particolarmente distinti nel bacio dell'anello con prostrazione profonda davanti al Consesso dei Cardinali di Santa Romana Chiesa. Dovendo trovare per il soccorso ai terremotati fonti di finanziamento alternative al consueto “mettere le mani nelle tasche degli italiani” praticato dalla sinistra (e patrocinato anche in questa occasione con le proposte di addizionale all'Irpef dai vari Amato e Franceschini), Tremonti ha pensato all'inserimento dello Stato tra i beneficiari del 5 per mille accanto ad Onlus, associazioni di promozione sociale ed enti di ricerca. Che sarebbero ovviamente penalizzati dalle scelte che i contribuenti, commossi dall'evento, sarebbero indotti a fare nella dichiarazione dei redditi. Vista la svista? Il Genio della finanza globale ha finto di dimenticarsi che lo Stato è già presente tra i pochi scelti destinatari di un'altra ben più remunerativa “colletta”, quella dell'8 per mille, che ogni anno porta alla Chiesa Cattolica, tra scelte dirette e indirette, dai 700 agli 800 milioni di euro. Parliamo di scelte dirette e indirette perché solo 300 milioni spetterebbero alla Chiesa per le preferenze espresse in suo favore dai contribuenti, gli altri 4-500 milioni li incamera perché per un meccanismo perverso, la quota di 8 x 1000 relativa ai contribuenti che non hanno espresso alcuna scelta nella dichiarazione dei redditi (e sono la maggioranza, più del 60%) viene comunque distribuita ai vari enti ecclesiastici e allo Stato in percentuali corrispondenti alle scelte espresse. Meccanismo diabolico inventato da Chi? Ma da Lui, l'ineffabile genio della finanza Tremonti, all'epoca socialista e consulente di Craxi quando il grand'uomo sottoscrisse il nuovo Concordato. E' evidente che proporre agli italiani di fare in favore dello Stato (e quindi dei terremotati abruzzesi) la scelta dell'8 per 1000 significherebbe andare a danno della grassa raccolta fatta ogni anno dalla Chiesa con questo marchingegno. Di qui la reticenza di Tremonti. Del 5 per mille si può parlare, dell'8 per mille no. Tra parentesi, le favolose cifre incamerate dalla Cei ogni anno (gli 800 milioni di euro che abbiamo citato si riferiscono ai dati del 2004, quest'anno il gettito che arriverà dall'8 x 1000 – soldi nostri – dovrebbe superare il miliardo) danno la giusta dimensione del contributo di 3 – dicesi tre – milioni stanziato dai vescovi per il sisma d'Abruzzo. Poveretti, si sono levati il pane dalla bocca.