Straordinaria conclusione per il ciclo “I concerti del lunedì” nella storica sala romana, con la creazione di Carl Orff a nobilitare la serata del 9 maggio. I celebri testi medievali dell”XI e XII secolo, provenienti dal Codex Buranus dell’antica Bura Sancti Benedicti e inseriti in un’opera teatrale nel 1937 dal compositore bavarese, hanno rapito l’attenzione del pubblico fino alla richiesta di bis e al tripudio finale.
La platea del teatro Parioli non ha fatto mancare, giustamente, il proprio apprezzamento per uno spettacolo unico e dal grande valore artistico. I Carmina Burana di Carl Orff, versione originale per soli pianoforti, percussioni e coro, come ultimo appuntamento del ciclo “I concerti del lunedì” hanno richiamato il pubblico delle occasioni speciali per la serata del 9 maggio.
Musica e parole la cui storia risale ai lontani secoli del medioevo, XI e XII, e al Monastero di Benediktbeuern, l’antica Bura Sancti Benedicti fondata attorno al 740 da San Bonifacio nei pressi di Bad Tölz, nel sud della Germania. Per questo il codice miniato contenente i testi poetici da cui fu tratta l’opera del compositore bavarese nel 1937 è denominato Codex Buranum e i testi Carmina Burana. Un tesoro d’arte, cultura e storia che meritava una cornice adeguata, e l’ha ottenuta in uno dei teatri più celebri di Roma in una fresca sera di primavera.
Bravissimi tutti gli interpreti, dal coro internazionale di Roma “Novum Convivium Musicum” magistralmente guidato da Antonio Pantaneschi, fino alle percussioni di Maurizio Trippitelli percussion ensamble e ai pianisti Stefania Nucci e Gregorio Paffi. Senza dimenticare il baritono Paolo Drigo e il controtenore Marco Santarelli. Un particolare riconoscimento, tuttavia, è stato tributato dal pubblico alla voce sublime della soprano Marika Spadafino, che ha conquistato l’uditorio. Con tutto questo talento sul palco, la richiesta di bis al termine della serata è stata quindi, decisamente comprensibile.
Una serata davvero speciale, nelle atmosfere incantate create da un capolavoro immortale della letteratura musicale del ‘900, che affonda le proprie radici fin nel medioevo. I Carmina Burana suscitano da sempre emozioni particolari, conducendo l’immaginazione di chi ascolta in luoghi ed epoche fuori dal tempo, da poema cavalleresco o racconto fantasy tra dame, guerrieri in armatura e fortezze immerse nella magia. Versi anche goliardici e ironici la cui forza espressiva, potenziata dalla musica, colpisce l’anima lasciando il ricordo di un bellissimo viaggio nell’arte e nella storia.