Miracoli Metropolitani, la quarta fatica di Carrozzeria Orfeo, riempie la sala del Teatro Vascello di Roma. Spettatori conquistati città dopo città, replica dopo replica, con costanza e dedizione.
Le luci in platea si abbassano e il sipario ci svela uno spazio scenico che assomiglia più a un dietro le quinte: ambienti sporchi di grasso, muri e pavimenti lerci. Si tratta di una vecchia carrozzeria? Ma al centro ci sono dei fornelli e qualcosa che sfrigola in padella. Una cucina dunque? Davanti ai nostri occhi sta accadendo qualcosa di fin troppo familiare: sette persone che convivono in uno stesso luogo mentre all’esterno l’emergenza fognaria sta inesorabilmente allagando la città di spazzatura e rifiuti tossici.
La spietata Clara, interpretata da Beatrice Schiros, è la mente e Plinio, chef stellato adattatosi alla preparazione di cibi liofilizzati, interpretato da Federico Vanni, è il braccio. Finalmente tutto si chiarisce: ci troviamo davanti ad una carrozzeria riconvertita a cucina per cibo da asporto, vista la crescente domanda di farsi recapitare cibo a casa. I personaggi usano un linguaggio immediato, ritmato, fatto di quella velocità che la quotidianità della città ci impone.
Personaggi vivi che parlano esattamente come noi, che usano i social e che non ci permettono di prendere quella distanza che ci fa sentire sicuri seduti sulle nostre comode poltrone. Lo spettatore ha la sensazione di guardarsi allo specchio ma col naso che quasi tocca la superficie riflettente. Non osserviamo un’immagine totale e questo ci fa sentire esposti.
Il pubblico non si sente distante da Mosquito, l’aspirante attore che entra ed esce dal carcere, interpretato Aleph Viola, da Hope, interpretata da Ambra Chiarello, arrivata in Italia dall’Africa e abituatasi presto agli orrori che il nostro bel paese riserva ai cittadini extracomunitari, o da Igor, interpretato da Federico Gatto, figlio di Clara e preoccupato più di perdere ai video – game che di perdersi la vita reale che scorre intorno a lui.
Patty, interpretata da Elsa Bossi, è la madre di Plinio e la vediamo continuare a combattere l’eterna battaglia per l’uguaglianza tra gli esseri umani già persa da tempo. Infine Cesare, interpretato da Massimiliano Setti, è un personaggio che ha un macigno che gli schiaccia il cuore e la sua storia schiaccia anche i nostri di cuori. Uno spettacolo in levare che tira dentro lo spettatore senza chiedergli il permesso.
Una struttura drammaturgica, quella di Gabriele Di Luca, che ci fa entrare nella storia dalla porta di servizio e ci fa accorgere che è un’entrata estremamente più interessante di quella principale perché ci permette di esplorare i luoghi più intimi di una storia quelli che, di solito, sono preclusi agli spettatori. Miracoli Metropolitani è in scena fino al 23 gennaio al Teatro Vascello di Roma (dal martedì al venerdì alle ore 21, il sabato alle 19 e la domenica alle 17), sarebbe un peccato perderlo.