Digitalife 2017: sperimentazioni e nuove tecnologie

Digitalife 2017: sperimentazioni e nuove tecnologie

Giunta ormai alla sua 8^ edizione, Digitalife è arrivata quest’anno nelle sale del Palazzo delle Esposizioni quale segno efficace dell’attenzione verso lo studio e l’incontro tra l’arte contemporanea e la scienza.

Più che una mostra, un’immersione assoluta in un universo di ricerca che supera i confini dell’arte per spingersi molto oltre e affrontare in un  circolo virtuoso un confronto diretto con le nuove tecnologie, ora strettamente correlate alla speculazione artistica in sé.

Attraverso sperimentazioni in cui supporti diversi dialogano e costruiscono una nuova vision creativa, fatta di analisi, nuovi stimoli e investigazione, sarà dunque possibile fino al 7 gennaio prossimo godere di questo appuntamento coprodotto da Fondazione Romaeuropa e Azienda Speciale Palaexpo.

Sei le installazioni protagoniste di quest’anno, opere internazionali il cui valore risiede nell’analisi profonda delle possibilità dell’arte digitale. Si inizia con Memorandum Or Voyage  del collettivo giapponese Dumb Type: un lungo schermo su cui vengono ricostruiti in 18 minuti i tre celebri spettacoli della compagnia, assemblati in un originale montaggio che ne costruisce un nuovo senso.

Digitalife2017 – Ivana Franke

Quindi l’artista Ivana Fanke con i suoi Instants of Visibility, una sala completamente buia in cui due cilindri di tulle ruotano su se stessi mentre sono colpiti dai punti luminosi di un proiettore. Uno spettacolo in cui ci si perde, combattuti tra l’attrazione verso l’opera che si sente il bisogno di toccare e l’impianto visivo che ne scaturisce e che fa perdere completamente le coordinate.

Si arriva così a Phosphor, l’opera site specific di Robert Henke. Una distesa di fosforo sul pavimento della sala costruisce durante tutto il giorno un paesaggio diverso attraverso il contatto con la luce ultravioletta che arriva dall’alto. Un ambiente dunque in continua evoluzione basato sui concetti di mutamento ed erosione, che non sarà mai uguale a se stesso.

C’è poi Allegoria Sacra del collettivo russo AES+F (due architetti, un designer, un fotografo) che propone come in un moderno purgatorio l’incontro tra persone diverse, in un connubio di immagini religiose e dissacranti, talvolta dal forte gusto contraddittorio più o meno esplicito.

Digitalife2017 – J. M. Bruyere

Attraverso l’Advanced Visualisation and Interaction Environment si entra in contatto con La Dispersion du Fils di Jean Michel Bruyère, tra immagini e suoni che anche grazie alla possibilità della visione 3D travolgono completamente lo sguardo perso e perfettamente immerso in questa nuova dimensione del visitatore.

Quindi l’opera <360> dei Granular-Synthesis, un teatro virtuale visibile in orari specifici tre volte al giorno, in cui il gruppo austriaco mostra la grande capacità di “ibridare macchine, tecnologie e nuovi linguaggi”.

A tutto questo si aggiunge poi la video arte dedicata ai bambini Kizart, ideata da Raffaella Frascarelli con l’obiettivo di offrire anche ai più piccoli un primo approccio con l’arte contemporanea grazie alla proiezione di video specifici. La mostra si conclude con  una selezione di tredici film sul tema dell’immagine nella cultura odierna, portati in mostra dalla Biennale de l’Image en Mouvement del Centro d’Arte Contemporanea di Ginevra.

Importantissimo l’appuntamento del prossimo 2 dicembre, quando il Palazzo delle Esposizioni aprirà le porte a tre appuntamenti imperdibili: alle 17.00 con ingresso gratuito l’incontro Where are we now? del Prof. Bergamasco, ordinario di Meccanica Applicata alle Macchine della Scuola Superiore S. Anna di Pisa; alle 19.00 le performance L’oblio di Julia Krahn e Menelikke di Invernomuto; infine alle 21.00 il concerto del pianista Danilo Rea, Alex Braga e l’incursione di un’Intelligenza Artificiale.

 

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