L’ OFF/OFF Theatre chiude queste feste alla grande con Incinto in scena fino al 6 gennaio, spettacolo scritto da Pietro Marone che ne cura anche la regia insieme a Tommaso Arati Di Maida. Dopo il successo di Uno spettacolo eterosessuale con tutto il rispetto, la produzione Altra Scena fa di nuovo centro.
Una normale serata a casa. Due coppie di amici che devono decidere cosa ordinare da mangiare e il film da vedere. Tutto scorre nell’ordinario, chiacchiere sul più e il meno e il film che alla fine si rivela una noia mortale. La serata non decolla…almeno fin quando non si comincia a parlare di maternità. Dura scoperta quella di Carmelo sulla moglie che è sterile, più dura per la moglie Carla che lo aveva tenuto nascosto per evitare problemi con il marito. E dura verità quella di Elisa che invece di diventare madre non ci pensa proprio, come invece vorrebbe il marito Fausto. Prende così corpo il discorso di due coppie allo specchio tra chi vuole, ma non può e chi può, ma non vuole. Acme della tematica si raggiunge quando Carmelo annuncia a tutti di essere incinto, scatenando reazioni dalle più comiche alle più tragiche. Già è un problema il termine “incinto”, che non sembra adeguarsi bene come “incinta” e che crea il dubbio paradossale in Fausto di tipo definitorio se potrebbe diventare a questo punto zio o zia.
La maternità, ma anche la paternità vengono sezionati nella riflessione. I nuovi padri o madri a confronto con i vecchi, attraverso gli occhi dei figli/futuri genitori. Il finale porterà il passaggio del testimone in questa staffetta tra generazioni in modo toccante.
Tutto inizia a scena aperta mentre si fa sala. Si riescono a percepire il vociare e la leggerezza dei dialoghi degli attori, mentre nel salotto sul palco si sgranocchia anche qualcosa per aperitivo. Il buio, e tutto comincia a prendere forma, non drasticamente, ma in modo graduale. Un inizio dove ancora sembrano andare a braccio i giovani protagonisti e in un crescendo rossiniano il testo entra sempre di più in scena, così come le intenzioni.
Olivia Cordsen, Luca Di Capua, Luca Forte e Cristina Todaro sono i quattro giovani artisti che interpretano le coppie dello spettacolo. Sono bravi, assolutamente credibili, realistici. La recitazione non ha fronzoli, è essenziale, nel senso di pulita da qualsiasi accademia plasticheggiante, ingessata e permette di non sentire il distacco con l’interpretazione, facendo vivere a tutti noi una serata il cui clima ci sembra di aver già vissuto in altre occasioni. Ottima inoltre la gestione dello spazio, opera della mano di un’attenta regia.
Pensare. Questo è il punto d’arrivo dello spettacolo. In un’epoca dove si discute se due genitori dello stesso sesso possano esserci, qui ci si chiede se il genitore non predisposto naturalmente al parto, possa essere visto come possibile; quali argomenti contro e quali a favore? Si potrebbe parlare di parità o democrazia genitoriale? Sarebbe un atto di rivalsa dell’uomo sulla donna? E via con mille domande che alla fine, tornando su via Giulia, passeggeranno nelle nostre teste.
Chiudete bene le feste, questa befana porta una calza di qualità all’OFF/OFF Theatre!