La donna vista come “invenzione” maschile attraverso secoli di autentica selezione. La poesia legata al concetto di adulterio, azione libera dall’influenza dell’uomo. E poi il destino scritto nei nomi. In occasione della Roma Art Week il 24 ottobre presso lo Studio Campo Boario Gianni e Giuseppe Garrera hanno presentato “Le preziose. Mirella Bentivoglio e Carla Lonzi”, una lectio magistralis dedicata alla vita e all’attività culturale di due grandi esponenti del movimento femminista. Attraverso molteplici riferimenti letterari, da Anna Karenina a Madame Bovary fino all’“Esclusa” di Pirandello, i due studiosi hanno illustrato ai molti presenti all’evento i concetti e le idee alla base del percorso intellettuale e politico delle due eminenti autrici.
La riflessione sul mondo di Carla Lonzi e Mirella Bentivoglio inizia dall’importanza dei nomi. Quelli degli uomini per la precisione, che le donne hanno sempre assunto dopo il matrimonio. La certificazione di destini che prendono forma su un percorso segnato, un sentiero tracciato da altri. Gianni Garrera presentando Mirella Bentivoglio non può non chiamare in causa le vicende di eroine letterarie unite dal proprio essere donne plasmate da un fato maschile. Anna Karenina e Madame Bovary, Effi Briest e Marta, l’Esclusa di Pirandello. “L’adulterio inizia sempre con la letteratura”, con una parola che alimenta o risveglia un sogno poetico di amore perfetto e avventuroso, struggente. In quest’ottica la donna, prima ancora di assumere il nome dell’uomo ne è culturalmente prigioniera, in quell’immaginario che spinge a vedere nel cavaliere il mito della realizzazione di sé.
Il pensiero di Carla Lonzi a questo punto si inserisce perfettamente: “La donna pensa se stessa secondo canoni maschili”, la ricorda Giuseppe Garrera. Cardini del pensiero della Lonzi sono Separatismo e Autocoscienza, ovvero “nessun contatto con il mondo maschile” e soprattutto realizzare che “la donna è un’invenzione dell’uomo” attraverso una vera e propria selezione, come avviene per ovini e bovini, degli individui più obbedienti, mansueti e controllabili. La stessa idea di femminilità per la Lonzi è una creazione maschile da cui affrancarsi. Per questa ragione indagare sulle radici dell’identità femminile significa cercare “il buio delle origini” di qualcosa perduto per sempre.
Allora, forse, ha senso tornare a Mirella Bentivoglio e a Gianni Garrera, a quella letteratura da cui inizia l’adulterio. A quel “segreto peccaminoso del fare poesia” che rappresenta già un atto di libertà, anche rimanendo in seno alla famiglia, in un angolo della casa immerso nella quotidianità di figli e mariti. Con il nome del marito ancora lì, ingombrante, a testimonianza di quella selezione di secoli e millenni. Perchè se l’adulterio inizia sempre con la poesia, allora l’arte può essere considerata un grande atto di autocoscienza.