Un quadro simbolo di devozione e genialità che lega la storia di due grandi famiglie nobiliari con quella di due città e un importante museo: le Gallerie Nazionali di Arte Antica che inaugurano, nella sede di Palazzo Corsini a Roma, la mostra “Guido Reni, i Barberini e i Corsini. Storia e fortuna di un capolavoro”. L’esposizione, a cura di Stefano Pierguidi, è aperta al pubblico dal 16 novembre fino al 17 febbraio.
Particolari delle opere esposte a Palazzo Corsini, una delle due sedi delle Gallerie Nazionali di Arte Antica, in occasione della mostra “Guido Reni, i Barberini e i Corsini. Storia e Fortuna di un capolavoro”. (Foto Alberto Novelli)
La Visione di Sant’Andrea Corsini di Guido Reni è un’opera che unisce: due storiche dinastie come quelle dei Barberini e Corsini, le città di Roma e Firenze e, infine, i due palazzi nel centro della Capitale che portano ancora oggi quei gloriosi cognomi e costituiscono le due anime delle Gallerie Nazionali d’arte antica. La mostra “Guido Reni, i Barberini e i Corsini. Storia e fortuna di un capolavoro”, presentata il 15 novembre e aperta al pubblico fino al 17 febbraio 2019 nella bellezza mozzafiato delle Gallerie Corsini a Trastevere, parla di un abbraccio la cui intensità si è sviluppata nei secoli attraverso l’arte.
Il celebre dipinto fu infatti commissionato dalla famiglia Corsini in occasione della canonizzazione del santo, vissuto nel Trecento, avvenuta nel 1629 durante il pontificato di Urbano VIII, ovvero Maffeo Vincenzo Barberini. L’opera era stata ospitata proprio a Palazzo Barberini fino al 1936, quando passò ai Corsini nel capoluogo toscano. Negli anni divenne patrimonio della città a tal punto che quando gli stessi Corsini cedettero il dipinto allo Stato italiano nel 2000, fu naturale destinarlo agli Uffizi.
Un percorso espositivo che prende forma dal quadro di Reni del 1629, per poi viaggiare nella grande eredità culturale ed artistica regalata al mondo dall’autore bolognese. La Visione di Sant’Andrea Corsini infatti viene messa a confronto per la prima volta sia con la replica eseguita da Agostino Masucci nel 1732 e voluta da un altro Corsini, Lorenzo, asceso al soglio pontificio col nome di Clemente XII, sia con una seconda interpretazione dello stesso soggetto da parte di Reni, più tarda però di dieci anni.
Senza dimenticare altre importanti testimonianze in mostra nella piccola sezione, aperta per l’occasione, attigua alla sala principale. Dal Putto dormiente, affresco di Reni ancora provvisto della speciale cornice originale del 1629, al Ritratto del cardinale Alberto Ubaldini, fino alla Sibilla Persica in mosaico di Mattia Moretti. Questi sono solo alcuni degli imperdibili tesori in mostra alle Gallerie Corsini fino al 17 febbraio.