Le Baccanti – Dionysus il Dio nato due volte, un progetto di Daniele Salvo su Le Baccanti di Euripide, è al Teatro Vascello fino al 19 febbraio. Una grande interpretazione attoriale, sofferta e appassionata, per rendere al meglio il delirio e il dolore in cui precipitano i personaggi nel grande classico della letteratura greca.
L’ira di un Dio oscuro che si abbatte sui folli che abbiano l’ardire di non riconoscerlo e di deriderlo, ma ancor di più sugli sventurati che osino abbandonarsi a lui e al suo abisso di sensi e delirio.
Dal 7 al 19 febbraio al teatro Vascello di Roma, Daniele Salvo interpreta l’angoscioso straniero che porta a Tebe il culto figlio dell’oblio della ragione. L’attore, nonché regista dello spettacolo, vive un ruolo complesso con partecipazione emotiva e visibile impegno fisico che, unitamente al talento e all’ironia con cui concede al pubblico diversi momenti di sorrisi inaspettati, lo portano ad essere perno narrativo ben oltre l’intrinseca centralità del ruolo di protagonista.
Attorno a lui si muove una squadra d’altissimno livello che ne valorizza ulteriormente la prova, tratteggiando profili di esseri carpiti dall’incantesimo ammaliatore del vino e dell’edera, del tirso lanciato a volteggiare nell’aria come simbolo di un animo alla deriva e dell’abbandono d’ogni limite.
Dalle Baccanti, bellissime e terribili donne non più custodi d’alcun focolare ma incendiarie del proprio spirito attraverso le gioie carnali più estreme, all’autoritario e razionale Penteo, il cui conservatorismo non impedirà il dilagare della maledizione dionisiaca e una fine tragica.
E poi Cadmo, nonno di Penteo, che solo alla fine comprenderà l’entità della catastrofe che si è abbattuta sulla città, in un fuggevole attimo di equilibrio che lo porterà solo allo strazio assieme ad Agave, madre assassina di suo figlio, inconsapevole carnefice del proprio sangue in preda anch’essa al sortilegio del Dio oscuro.
L’ottima prova degli attori ci ricorda che non c’è salvezza dal sadismo vendicativo e dai piaceri stordenti del Dio dalle corna di toro venuto dalla Frigia e dalla Lidia. Nè per chi cede al dissolvimento di sé come rimedio alla sofferenza, né per chi prova a resistere, specie da solo, con la forza della ragione offendendo la divinità e scatenandone l’ira. Tutti verranno egualmente schiacciati dal destino. Ite bakkai, bellissimo spettacolo.