Al Teatro Manzoni di Roma, per tutto il periodo delle feste fino al 22 gennaio, va in scena Il Gufo e la Gattina con Rita Forte e Pietro Longhi.
Doris è una donna molto gatta, che fa, del sesso, la sua arma per sopravvivere alla povertà economica, ma soprattutto a quella interiore. Felix, invece, è un uomo solitario con velleità intellettuali, un gufo in sostanza, solitario, spesso brontolone, compiaciuto del suo stare seduto sui rami più alti del sapere, senza però che tutto ciò lo ripaghi in alcun modo nella vita.
Quando il padrone di casa di Doris, su soffiata di Felix, scoprirà dei suoi incontri a luci rosse nel proprio appartamento, la sfratterà senza pensarci due volte e, quella stessa notte Doris, senza più un tetto sulla testa e a corto di denaro, andrà a bussare da quello che considera un brutto gufo guardone, piazzandosi nel bel mezzo del soggiorno con la valigia e tutte le sue cose.
Da questo incontro bislacco tra il Gufo e la Gattina nasce una fiaba moderna interpretata, tra risate e canzoni, da due interpreti italianissimi chiamati ad omaggiare il testo dello sceneggiatore di Hollywood, Bill Manhoff che approdò prima a Broadway per poi trasformarsi in un celebre film degli anni ’70 interpretato da Barbra Streisand e George Segal.
La dissacrante ironia di Felix, caustico ma sornione, è in netto contrasto con l’impulsività degli scatti di Doris.
Se l’uno è abituato a non farsi toccare da alcunché, appollaiato sul suo trespolo da intellettuale indifferente, l’altra è rosicchiata dalle pulsioni delle vita. Se Felix non ha slanci, Doris ne conosce fin troppi e spesso contrapposti. Insieme potrebbero scoprire che la differenza conquista, innamora e può rendere felici… Se solo se lo permettessero… Perché quando si è tanto diversi non è facile cogliere l’opportunità di andarsi incontro e unire i talenti e gli obiettivi.
Lo spettacolo viaggia ad un ritmo di serrata comicità spesso animato dalle taglienti battute di Felix che calzano a pennello sulle movenze che Pietro Longhi conferisce al suo personaggio.
Il primo tempo vola in un baleno alle prese con riflessioni sulla morale, sull’incomunicabilità umana e la solitudine esistenziale, eppure scorre tra ilari risate e il desiderio di scoprire cosa succederà tra quei due esseri tanto diversi, se lo scontro iniziale sia destinato a diventare un vero incontro.
Il secondo tempo disperde forse un po’ le energie del primo e la battuta toglie spazio alla riflessione e all’intimità del sentimento ma, in ogni caso, la pièce scorre veloce e sferzante suggerendo nuovi spunti per riflettere sull’inquietudine che isola ma che, alle volte, lega.
Rita Forte, che conoscevamo già come cantante, si dimostra una valida attrice e la sua gattina risulta graffiante ma anche capace di fare le fusa a un Pietro Longhi, caustico gufo dalla battuta tagliente ma dal cuore buono.