La formazione di una delle “infermiere” di Hitler nel romanzo di Ilva Fabiani
di Simone Luciani
Si chiamavano braune Schwester, ed erano le infermiere specializzate volute direttamente da Adolf Hitler come “braccio” di uno dei suoi progetti più nefasti: quello delle sterilizzazioni di massa delle donne malate o disabili. Anna Alrutz, di famiglia progressista e benestante, si lascia affascinare dal pensiero nazista ed entra nel nuovo “corpo”, agli ordini di un importante ginecologo che lavora a Gottinga. Solo una serie di drammi personali e familiari, oltre agli orrori cui assisterà, riuscirà, drammaticamente, prima a scalfire e infine a distruggere le sue certezze.
Ilva Fabiani, linguista marchigiana trapiantata in Germania, ha conquistato numerosi premi con questo suo primo lavoro, Le lunghe notti di Anna Alrutz (ed. Feltrinelli). Il cui merito principale è quello di restituirci la complessità di una figura femminile priva di compromessi, nella vita sentimentale e in quella “politica”. La diversità dai personaggi che la circondano, a partire da quelli familiari, ne sottolinea la forza, e insieme la fragilità, in quello che è un intenso romanzo di formazione (sbagliata). Una traiettoria che porta all’adesione al regime nazista, che la penna dell’autrice scandaglia senza eccedere in giudizi. Qualche pesantezza di troppo nella scrittura non inficia comunque il valore di un romanzo tutt’altro che consueto per spessore e profondità storica.
Le lunghe notti di Anna Alrutz
Autrice: Ilva Fabiani
Editore: Feltrinelli
Genere: romanzo storico
Pagine: 256
Prezzo: € 17,00
Codice EAN: 9788807031014