Una mostra dedicata a Johann Joachim Winckelmann, creatore dell’approccio moderno alla valutazione stilistica e cronologica delle opere antiche, svela al visitatore fino al 22 aprile 2018 le mirabilie del primo museo pubblico d’Europa: i Musei Capitolini, istituiti nel 1733. “Il Tesoro di Antichità. Winckelmann e il Museo Capitolino nella Roma del Settecento”, è un appuntamento irrinunciabile con la bellezza dell’arte.
Il luogo della magnificenza e splendor di Roma rende omaggio a colui che inventò l’archeologia moderna. La mostra “Il Tesoro di Antichità. Winckelmann e il Museo Capitolino nella Roma del Settecento”, dedicata al grande studioso giunto a Roma nel novembre 1755 grazie a una borsa di studio conferita dal principe Elettore di Sassonia, intende celebrare due importanti anniversari winckelmanniani: i 300 anni dalla nascita e i 250 anni dalla morte. L’iniziativa si inserisce nell’ambito delle manifestazioni europee coordinate dalla Winckelmann Gesellschaft di Stendal, dall’Istituto Archeologico Germanico di Roma e dai Musei Vaticani.
Un viaggio in quello stesso splendore immortale che affascinò Winckelmann sin dal primo momento della sua permanenza a Roma. “Vivo come un artista e come tale sono accolto nei luoghi dove ai giovani è permesso di studiare, come nel Campidoglio. Qui è il Tesoro delle antichità di Roma e qui ci si può trattenere in tutta libertà dalla mattina alla sera”. Con queste parole lo studioso tedesco, giunto nella Città Eterna da pochi giorni, descrisse ad un amico, il 7 dicembre del 1755, la sua prima visita al Museo Capitolino, il primo museo pubblico d’Europa, istituito nel dicembre del 1733.
Dalle Sale Espositive di Palazzo Caffarelli a quelle di Palazzo Nuovo il Tesoro di Antichità si sviluppa in sedi diverse abbracciando tutta l’estensione della sede museale ed esponendo al pubblico 124 opere. Dipinti e sculture, volumi e stampe, incisioni e disegni. Antico e moderno si fondono in un complesso mosaico che narra di vite e luoghi. Uniti da Roma e i suoi millenni.
Negli anni in cui Winckelmann rivoluziona lo studio del mondo antico, il modello di museo pubblico rappresentato dal Museo Capitolino si diffonde rapidamente in tutta Europa, aprendo la via ad una visione nuova della cultura e della sua fruizione: le opere d’arte non sono più proprietà esclusiva di pochi, ma strumento di conoscenza e consapevolezza. Di evoluzione sociale. I musei Capitolini sono dunque un simbolo, precusori di civilizzazione. Come Johann Joachim Winckelmann che plasmò per sempre gli studi archeologici. Un fantastico connubio da onorare visitando una mostra straordinaria.