Il ricordo dei magistrati uccisi sopravvive agli schiamazzi

Il ricordo dei magistrati uccisi sopravvive agli schiamazzi

Bellissimo spettacolo, pubblico rivedibile. Al teatro Argentina, questa mattina 12 aprile, è andato in scena Toghe rosso sangue, la vita e la morte dei magistrati italiani assassinati nel nome della giustizia. Opera toccante e acuta, frutto del connubio tra puntualità storica, passione civile e poesia. Peccato per le continue interruzioni dovute alle intemperanze della platea, costituita da scolaresche evidentemente poco coinvolte.

Uomini morti per il proprio coraggio, in tempi in cui il coraggio è merce rara. Colpiti per ciò che facevano, ovvero far rispettare la legge, piuttosto che per ciò che rappresentavano: quello Stato che non seppe o non volle difenderli adeguatamente. Toghe rosso sangue, la vita e la morte dei magistrati italiani assassinati nel nome della giustizia , andato in scena sia presso la Sala Vignoli l’8 Aprile, sia al Teatro Argentina oggi, è una riflessione sulla storia d’Italia.

Un’opera di Francesco Marino, scritta da Giacomo Carbone e ispirata da Paride Leporace, è interpretata da quattro ottimi attori: Sebastiano Gavasso, Diego Migeni, Francesco Polizzi, Emanuela Valiante. Ognuno di questi vive diversi ruoli e personaggi, molteplici ricordi e storie: il giudice e il suo killer, la vittima e il carnefice, l’orfano e l’estremista più o meno pentito, più o meno intransigente e spietato. Con ritmo incalzante e dinamismo gli artisti riescono a trasmettere messaggi complessi in maniera mai banale; chiara come la loro bravura.

Viene così celebrata la memoria dei 29 magistrati che hanno perso la vita in Italia per mano della criminalità mafiosa e del terrorismo d’ogni colore, di delinquenti solitari o pazzi isolati. Dal primo, Antonino Giannola, ucciso il 26 gennaio del 1960 nel Palazzo di Giustizia di Nicosia, all’ultimo, Fernando Ciampi, il 9 aprile 2015 a Milano. Tutte vite perdute, ma anche nomi che possono e devono essere salvati da una seconda morte, l’oblio.

Costruire la memoria, anche con opere di grande spessore artistico come “Toghe rosso sangue”, patrocinata dall’Anm, Associazione Nazionale Magistrati, significa lavorare per il futuro del Paese, partendo dall’educazione civica delle giovani generazioni. Fare memoria riportando alla luce pagine di storia italiana a volte dimenticate, realizzando per giunta dell’ottimo teatro. Cultura come coscienza di sé e della propria terra, conoscere il passato per saper bene operare in funzione di un domani migliore.

Speriamo che, in quest’ottica, sia rimasto qualcosa dell’interessante spettacolo nei ragazzi presenti all’Argentina, al di là delle urla e del casino. Vogliamo essere ottimisti.

locandina

About Marco Bombagi

Laurea Magistrale in Scienze Politiche con indirizzo sociale e del lavoro conseguita nel giugno 2006. Praticante giornalista presso "Lumsa News" ( scuola di giornalismo dell'università Lumsa) da ottobre 2007 a ottobre 2009. Giornalista professionista dal 19 gennaio 2010. Autore del romanzo "La Valle di Erec" edito da Progetto Cultura