Una stagione artistica unica, figlia di un contesto storico difficile e tragico, che diede vita ad un percorso originale e tormentato. A distanza di un secolo dal periodo che vide nascere e svilupparsi quella straordinaria parabola culturale, la Galleria d’Arte Moderna di Roma inaugura, con l’anteprima del 5 luglio, “L’estetica della deformazione. Protagonisti dell’Espressionismo italiano”. Fino al 2 febbraio 2025 saranno esposte circa 130 opere, provenienti da diverse collezioni pubbliche e private, per celebrare un movimento artistico tra i più importanti del ventesimo secolo.
La visione soggettiva che supera la rappresentazione oggettiva della realtà, in opere in cui il colore prevale sul disegno assumendo tonalità eccentriche ed antinaturalistiche e le inquietudini di un’epoca segnata dalla cupezza di eventi storici tragici, gli anni a cavallo tra le due guerre, prendono forme distorte e irrazionali. L’Espressionismo degli anni 20/40 del ventesimo secolo, come ogni altra corrente artistica e culturale che abbia segnato la storia, non è ovviamente riassumibile in poche righe, ed è perciò essenziale ammirare le opere degli autori che hanno incarnato e vissuto quelle emozioni e quelle stagioni, trasformandole in arte.
La Galleria d’Arte Moderna di Roma, in collaborazione con altri siti museali capitolini che hanno prestato le proprie opere, come i Musei di Villa Torlonia e la Casa Museo Alberto Moravia, e con la prestigiosa Collezione Giuseppe Iannaccone che ha concesso capolavori mai esposti prima nella Capitale, ha inaugurato con l’anteprima del 5 luglio una mostra tra le più importanti dell’anno: “L’estetica della deformazione. Protagonisti dell’Espressionismo italiano”. Dal 6 luglio 2024 fino al 2 febbraio 2025 il visitatore potrà ammirare circa 130 opere che ripercorrono la storia di un percorso umano e creativo irripetibile, come l’epoca che ha rappresentato.
“Il motivo per cui abbiamo scelto di lavorare proprio con la GAM è che tra i musei italiani ce n’è solo uno che possieda un’opera che l’avvocato (Iannaccone) vorrebbe nella propria collezione, ed è Il Cardinal Decano“, sottolinea durante la presentazione dell’evento con un battuta Daniele Fenaroli, curatore della mostra assieme a Daniela Vasta e Arianna Angelelli e rappresentante della Collezione Iannaccone, specializzata nell’arte contemporanea e italiana tra le due guerre. Ed è proprio quell’opera, manifesto della mostra e forse tra i simboli artistici del movimento stesso, che accoglie il pubblico all’ingresso del percorso di visita con i suoi colori apocalittici e i suoi profili spaesanti.
Il viaggio nell’esperienza culturale espressionista in mostra alla Galleria D’Arte Moderna porta ad immergersi nell’universo emotivo degli artisti: nei timori e nelle paure, ma anche nel desiderio di esprimersi liberamente trovando una lingua nuova, in grado di tradurre i propri stati d’animo. Da lasciare in eredità al mondo.