LA FALSA DICHIARAZIONE DELL'EX MINISTRO. POST IT PER L'AGENZIA DELLE ENTRATE
(4.5.10) Cara Agenzia delle entrate, che lo Scajola – non per niente elogiato da Berlusconi, all'atto delle dimissioni, per il suo esemplare “senso dello Stato” – abbia comperato un lussuoso appartamento pagando in nero 800.000 euro, come oramai sembra assodato, è un fatto di tale gravità da produrre un vero e proprio allarme sociale. Perché sapere che un ministro ha potuto mettere in atto tranquillamente un comportamento evasivo di questa fatta e che in 4 anni – dicesi quattro anni – voialtri non siate stati capaci di fare uno straccio di accertamento di valore a fronte di uno scarto così eclatante tra valore dichiarato e valore di mercato, autorizza chiunque a pensare – nella migliore delle ipotesi – che in questa materia qualunque evasione sia possibile. Oppure – nella peggiore delle ipotesi – che i controlli siano, per così dire, "personalizzati". L'ufficio stampa della procura della Repubblica si è affrettato a comunicare che lo Scajola non è indagato. E si capisce, non si tratta di illeciti penali ma fiscali. Ma proprio per questo tranquillizzerebbe l'opinione pubblica se l'ufficio stampa dell'Agenzia delle entrate, così solerte nell'informarci un giorno sì e uno no delle grandi imprese antievasione del suo plurincaricato Direttore, si affrettasse a farci sapere che è stata aperta un'inchiesta per accertare qual è effettivamente l'illecito fiscale commesso in questo caso e per applicare le relative sanzioni. Ma per fare qualcosa del genere ci vorrebbe il coraggio che evidentemente manca. E quindi zitti fino alla prossima conferenza stampa con il solito bla bla sui fantastici successi della politica antievasione. Alla fine. temiamo, la pratica sarà chiusa con un orecchino, come con Maradona.