Riflessione religiosa e coraggio nell’affrontare le conseguenze, anche drammatiche, delle proprie scelte di vita si incontrano in uno spettacolo insieme divertente e commovente. Michele La Ginestra e Massimo Wertmuller sono in scena al Teatro 7 fino al 16 dicembre con “Come Cristo comanda”, assieme ad Ilaria Nestovito per la regia di Roberto Marafante.
Michele La Ginestra e Massimo Wertmuller in alcune scene dello spettacolo “Come Cristo comanda” assieme a Ilaria Nestovito
Una storia di amicizia ed umanità in cui il mistero della rivelazione divina, argomento oltremodo complesso, arriva al pubblico con la semplicità e la forza dei personaggi. Due soldati romani in fuga interpretati magnificamente da Michele La Ginestra e Massimo Wertmuller. Fino al 16 dicembre al Teatro 7 vive sul palco “Come Cristo comanda”, di Michele La Ginestra per la regia di Roberto Marafante. Senza dimenticare Ilaria Nestovito la cui voce soave accompagna le vicende e il percorso spirituale dei protagonisti.
Il silenzio e la solitudine del deserto aiutano a guardarsi dentro e a pensare al proprio destino. Succede a Stefano e Cassio, centurioni romani costretti a lasciarsi tutto alle spalle e a scappare dopo la crocifissione di Gesù, perché convinti della resurrezione di questi dal sepolcro e conquistati da quella predicazione rivoluzionaria. In verità, ad essere convinto è solo uno dei due, Cassio, interpretato da Massimo Wertmuller. È lui che le autorità stanno cercando per farlo abiurare o condannarlo a morte. L’altro, Stefano, portato in scena da Michele La Ginestra, non sembra essere altrettanto coinvolto e cerca in ogni modo di convincere Cassio a ritrattare per avere salva la vita.
Nella quiete notturna i due compagni discutono di molti argomenti, anche leggeri e quotidiani. Quasi a voler ricercare una normalità ormai perduta. C’è spazio per l’ironia e la dolcezza, anche nei momenti in cui si compie l’inevitabile. La Ginestra e Wertmuller dimostrano una volta di più affiatamento e bravura nell’interpretare personalità molto diverse. Cassio più idealista ed entusiasta nel vivere la propria folgorazione sulla via della fede. Stefano più concreto e pragmatico, sebbene anche in lui inizi ad insinuarsi la sensazione che il sorriso di quell’uomo morto sulla croce possa avere un’energia particolare, metafisica.
Quell’incontro sul Golgota porta Cassio e Stefano ad affrontare gli stessi drammi e le stesse peripezie che colpiranno, nei secoli successivi, molti altri cristiani in tutto il mondo. Quello con La Ginestra e Wertmuller è davvero uno spettacolo “Come Cristo comanda”. Amen.