Sognare non costa nulla, ma veder realizzate le proprie speranze può portare effetti sorprendentemente drammatici. Non ti Pago, in scena al teatro Argentina fino al 5 marzo, rappresenta un compendio di ironia partenopea tra gestualità e folclore, con la sapiente firma dell’indimenticabile Luca De Filippo nella sua ultima regia.
La propensione degli italiani per il gioco è cosa nota, assieme ad una certa inclinazione verso la scaramanzia e il mito delle vincite alle varie e sempre nuove forme di lotteria. Tutto questo però, a Napoli è religione. Casa Quagliuolo ne è esempio esimio, ovvero il centro dell’opera Non ti Pago del grande Luca De Filippo, scomparso il 27 novembre 2015, uno dei testi più caratteristici della drammaturgia eduardiana, in scena al Teatro Argentina fino al 5 marzo.
Ferdinando, il bravissimo Gianfelice Imparato, è un devoto frequentatore del banco lotto. Non solo perché è suo, ma anche per l’ossessione, ai limiti della ludopatia, per i numeri da giocare. Al suo fianco il fido Aglietello, che lo conduce in improbabili osservazioni notturne del cielo per interpretarne segnali e messaggi, come àuguri moderni e nazional popolari.
La moglie di Ferdinando, l’ottima Carolina Rosi nei panni di Concetta, mal sopporta il vizio del marito il quale, mai vincente nonostante l’impegno e gli sforzi profusi nell’arte divinatoria della smorfia, da parte sua non può soffrire Mario Bertolini, Massimo De Matteo. Il giovanotto oltre ad essere spasimante della figlia di Ferdinando, e passi, è anche fortunatissimo al gioco. Ed è quest’ultimo aspetto, specialmente, a metterlo in cattiva luce agli occhi di Quagliuolo.
La situazione deflagrerà, tra irresistibili sketch in vernacolo partenopeo, quando il Gastone Bertolini vincerà ben quattro milioni di euro grazie ai numeri datigli in sogno addirittura dal padre buonanima di Ferdinando. Onta insopportabile per il capofamiglia Quagliuolo.
Non ti pago è un capolavoro ben interpretato da tutti gli attori sul palco, talentuosi e affiatatissimi, con tempi comici perfetti e un ritmo trascinante che conquista lo spettatore. Le battute si susseguono senza forzature, con naturalezza e sobrietà. Gli applausi sgorgano istintivi dalla platea, talvolta in circostanze improprie rispetto alla recitazione, ma è ulteriore segno di successo e apprezzamento del pubblico.