La Gassa d’amante di Labirion O.T. è un nodo che lega ma non strozza

La Gassa d’amante di Labirion O.T. è un nodo che lega ma non strozza

Dal 5 fino all’8 dicembre il Teatro Basilica ospita lo spettacolo Gassa d’amante della compagnia Labirion Officine Trasversali. Da un’idea di Sofia Guidi, composizione scenica e drammaturgia a cura di Valerio Leoni, direzione attoriale a cura di Sofia Guidi

Mentre prendiamo posto in sala, gli attori sono già in scena, in piena luce li osserviamo spostare blocchi di legno e altri materiali, intenti a preparare corpo, anima e palco alla magia del teatro. L’aria che si respira è familiare, sembra di essere accolti in una casa più che nella sala di un teatro. Appena le luci calano, gli attori in scena: Sofia Guidi, Juliana Azevedo, Mattia Parrella, João Silva e Davide Ventura, diventano una sola grande entità che muove mare e cielo. Senza farci sentire la meccanicità dei cambi di scena, creano un pontile dal cui fondo emergono delle piccole luci che, muovendosi, creano costellazioni che sono l’origine della grande messa in scena che è il mondo.

“Gassa D’Amante”, al Teatro Basilica dal 5 all’8 dicembre (foto compagnia Labirion)

 

Lo spettacolo assume da subito una fluidità e una coralità molto eterei. Grazie al lavoro certosino dei movimenti scenici degli attori veniamo letteralmente catapultati in sogni inafferrabili ma anche molto concreti. Così il mare tocca il cielo, la nascita si mescola con la morte e appena pensiamo di poter affondare le mani in un ambiente, un’immagine o un odore, ecco che gli attori muovono nuovamente la scena modulando diversi elementi di legno, metallo e corda e facendoci passare da un pontile notturno con due pescatori che vivono qui e ora, alle note calde di una balera nella quale si consumano cibi e amori.

Il passaggio da un ambiente all’altro avviene come fossimo in un lungo sogno, senza intoppi che spezzano la magia, tutto è ben calibrato e attento a non farci svegliare da questo dolcissimo sonno. Grazie alle scene e ai costumi di Federica De Tora e agli oggetti di scena scelti con grande cura da Sharon Tomberli, ci sembra di respirare il mare, i suoi moti e il suo clima in tutte le sue stagioni. I suoni e le luci entrano ed escono dalla messa in scena senza disturbare il fluire degli avvenimenti. Questo spettacolo mette al centro dell’azione scenica gli attori come corde di un unico strumento le cui vibrazioni evocano ambienti come il mare con tutte le sue creature, la brezza gelata dell’inverno e il vento caldo dell’estate. In un attimo il mare diventa cielo che inghiotte i pensieri ma, all’improvviso, restituisce le stelle più luminose che ci sono.

La gassa d’amante è un nodo marinaro così denominato perché lega ma non strozza, proprio come il legame di due amanti, così anche questa rappresentazione ci consente di legarci ma allo stesso tempo ci lascia liberi di fluire in altri infiniti nodi.

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