Roma non sarebbe stata la stessa senza Antonio Canova, né il genio di Possagno sarebbe stato lo stesso, probabilmente, senza l’amore per la Città Eterna. Al Museo di Roma dal 9 ottobre la mostra “Canova. Eterna bellezza”. Oltre 170 opere per raccontare la storia tra uno dei più grandi della sua epoca e la Capitale. “Un evento che distrugge il luogo comune relativo alla freddezza del Neoclassicismo” dice il curatore Giuseppe Pavanello durante la conferenza stampa per l’anteprima.
Alcune delle opere esposte al Museo di Roma in occasione della mostra “Canova. Eterna bellezza”
dal 9 ottobre al 15 marzo ( Foto ufficio stampa Museo di Roma)
Di fronte alla poesia e alle emozioni che le sale di Palazzo Braschi, sede del Museo di Roma, sprigionano, il visitatore della mostra “Canova. Eterna bellezza” percepisce il legame profondo che unì l’opera di uno dei maestri del Neoclassicismo con il luogo che per lui costituì fonte d’ispirazione inesauribile. Nella giornata dell’8 ottobre si è tenuta l’anteprima stampa di quella che è stata definita “mostra evento simbolo dell’autunno culturale romano” dallo stesso sindaco Raggi intervenuta alla conferenza di presentazione. “Canova. Eterna bellezza” è un omaggio straordinario allo scultore e alla città.
Dal 9 ottobre al 15 marzo nello splendore del palazzo che affaccia su Piazza Navona, oltre 170 opere di Canova e di altri artisti coevi, divise in 13 sezioni, riempiranno gli occhi del pubblico. Molte le Istituzioni coinvolte per l’iniziativa curata da Giuseppe Pavanello: dal Comune di Roma alla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, fino a Zetema e Arthemisia. Senza dimenticare l’Accademia Nazionale di S. Luca e il museo Antonio Canova di Possagno, luogo natio dell’artista. Un viaggio nell’amore dello scultore per Roma attraverso raccolte e prestiti, opere provenienti da ogni dove che, però, conducono in un unico luogo: Roma.
“L’antico bisogna mandarselo in sangue”, disse lo stesso Canova “sino a farlo diventare naturale come la vita stessa”. Un amante del mondo classico quindi, non vissuto tuttavia come mera imitazione di sculture antiche. Piuttosto come voglia di far vivere l’antico nel moderno. Protagoniste della mostra anche le fotografie di Mimmo Jodice. Trenta scatti che interpretano alcune opere con una chiave di lettura differente ed interessante. Senza dimenticare la multimedialità che esplora genesi e bellezza del gruppo scultoreo Amore e Psiche giacente, oggi esposto al Louvre di Parigi.
A Palazzo Braschi va in scena l’eredità meravigliosa di un grande italiano e del suo amore per Roma. Da non perdere.