Il teatro S. Genesio di Roma inaugura la 6° edizione della rassegna musicale filantropica a cura di Fabiana De Rose che si svolgerà da Settembre 2017 a Giugno 2018. Le atmosfere d’Irlanda e dell’America profonda emergono durante il concerto d’apertura del 29 settembre con le note del gruppo That’s All Folk
Uno stile ricco di bellezza e sfumature che sa regalare emozioni, portando l’uditorio a fluttuare tra le due sponde dell’Atlantico. Il 29 settembre 2017 prende il via presso il Teatro San Genesio di Roma l’edizione numero 6 del Vitala Festival, una rassegna musicale filantropica che promuove e sostiene gli artisti del settore musicale e delle arti visive. Ad inaugurare la stagione, che presenta un calendario articolato e variegato, è il gruppo dei That’s All Folk, band che propone un suggestivo repertorio di brani della tradizione folk e folk rock irlandese e americana.
Un genere che affonda le proprie radici nelle identità millenarie di molti popoli e che ha saputo incardinarsi nella modernità senza tradirsi. Ancora oggi, quindi, grazie alla passione e al talento di interpreti come i ragazzi e le ragazze che compongono i That’s All Folk, è possibile scorgere le colline dell’Isola di Smeraldo e i profili dei monti Appalachi, passando per quei pub d’ogni dove in cui resista ancora il romanticismo e le poetiche melodie dei violini e dei flauti, del banjo e del bodhrán.
Il pubblico spesso viene trascinato dal ritmo sostenuto e allegro delle canzoni scandendo i passaggi con il battito delle mani. E ci si aspetta di vedere da un momento all’altro qualcuno alzarsi per ballare, riprendendo i passi tipici di quella tradizione popolare che vive nella dimensione folk. O magari, semplicemente, sorseggiare un bicchiere di whisky mentre si ascolta una malinconica ballata in cui le note del violino e del flauto siano più cupe e struggenti, e le voci dei cantanti più sommesse.
Al termine del concerto, dopo essere tornati dal viaggio emozionale attraverso continenti e oceani ed aver assaporato strumenti e voci, gli applausi sinceri della platea sono motivati non solo dalla sensazione di aver trascorso una bella serata di musica ma, piuttosto, un’inusuale bella serata di musica. È una fortuna ascoltare in un teatro, infatti, un genere che spesso fa fatica a farsi largo al di fuori dei piccoli locali. Avendo altri frainteso e distorto, trasformandola in un limite, quella che rimane una splendida e romantica caratteristica del folk: la natura popolare e la fedeltà alle origini culturali.