La Tempesta misurata di Andò al Teatro Vascello

La Tempesta misurata di Andò al Teatro Vascello

di Giuseppe Menzo

In scena presso il Teatro Vascello di Roma dal 10 al 19 Gennaio, La tempesta di William Shakespeare, diretta da Roberto Andò e interpretata da Renato Carpentieri (Prospero), Filippo Luna (Ariel), Giulia Andò (Miranda), Vincenzo Pirrotta (Calibano), Paolo Briguglia (Ferdinando), Paride Benassai (Trinculo e Antonio), Francesco Villano (Stefano e Alonzo) e Gianni Salvo (Iris e Gonzalo).

Su un palcoscenico letteralmente zuppo d’acqua, a richiamare l’isola dove è ambientata l’intera vicenda, si svolge la storia oggetto di narrazione dell’ultima fatica conosciuta del più grande drammaturgo della storia del teatro mondiale.

Il fu Duca di Milano Prospero, esautorato e costretto all’esilio, giunto in questo luogo sperduto e quasi disabitato insieme all’allora piccola figlia Miranda, dopo anni di dominio incontrastato di questa terra vergine di figure umane, assoggettato il figlio-mostro (Calibano) della Strega che deteneva precedentemente il potere del posto, e coadiuvato dallo spirito Ariel, suo fedele servitore qui in marsina da maggiordomo, attende la resa dei conti con i suoi traditori di un tempo di ritorno da Tunisi e fatti naufragare ad arte proprio da quello che negli anni si è trasformato da stratega, “sovrano” e politico a Mago ed incantatore degli elementi naturali.

La storia, nota ai più, è oggettivamente struggente nella sua complessità.

Un anziano signore con più primavere alle spalle che davanti a sé avverte la sempre più impellente necessità di sistemare il proprio passato, lanciare nella vita la propria giovane figlia, liberare Ariel al quale ha promesso lo scioglimento di un vecchio vincolo e, infine, ma solo infine, riparare nella terra d’origine per trascorrere i suoi ultimi anni.

In questa messinscena tutto ciò, dall’inizio alla fine, avviene a ritmi cadenzati, senza accelerate e frenate all’interno dell’arco drammaturgico.

Passando per la recitazione regale di Carpentieri alla eleganza di Briguglia, per la verve misurata e simpatica allo stesso tempo del Trinculo di Benassai, si assiste ad una rappresentazione di quasi 2h30m (compreso un breve intervallo) che ha nella regolarità il suo punto forte.

Andò sembra essere voluto intervenire il meno possibile nella lettura emotiva di un testo ché vive perfettamente da solo e che pare non necessitare di astruse o intellettualistiche elucubrazioni.

Lo spettacolo fila dal primo all’ultimo momento accompagnato da quegli infiniti scalpiccii acquatici che l’abbondante presenza dello stesso elemento produce alla presenza degli attori.

È una tempesta quella di Andò che non sconvolge per forza ma piuttosto scava con la propria costanza solchi profondi di cui ci si accorge solo a cose fatte.

 

 

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