Sentimenti travolgenti infiammano l’anima di un artista che trova la propria musa, per una storia che riempie il cuore ma soprattutto la sala. Giovedì 25 ottobre, con l’attesissima prima stampa, arriva al Brancaccio “Shakespeare in Love”, l’adattamento teatrale del capolavoro cinematografico vincitore di 7 premi oscar nel 1998. In scena fino all’11 novembre la commedia d’amore tratta dalla sceneggiatura di Marc Norman e Tom Stoppard.
Sarà banale ma vale sempre la pena ribadire come le grandi passioni siano il più forte ed inesauribile propellente per ogni impresa. Se poi per ripassare questa semplice lezione assistiamo ad un’opera romantica e brillante in uno dei teatri storici di Roma, l’apprendimento sarà garantito. Dall’adattamento teatrale di Lee Hall, con la regia di Giampiero Solari, approda al Brancaccio “Shakespeare in Love”, frizzante e ironica commedia dei sentimenti nata dalla creatività di Marc Norman e Tom Stoppard, autori della sceneggiatura per il celebre film con Gwyneth Paltrow e Joseph Fiennes.
L’opera andrà in scena fino all’11 novembre, deliziosamente interpretata da una squadra di giovani guidata dalla coppia formata da Lucia Lavia e Marco De Gaudio, nei ruoli di Viola de Lesseps e William Shakespeare. E c’è da credere che la risposta del pubblico continuerà ad essere positiva. Gli ingredienti per il successo infatti ci sono tutti: amore impossibile e infranto, molto più affascinante di una banale storia che finisce bene; poesia e versi evocativi; cast talentuoso; ironia. Senza dimenticare musica e scenografie che conducono lo spettatore nell’atmosfera della Londra elisabettiana, tra impresari senza scrupoli e artisti squattrinati affamati di occasioni.
E che importa se la vicenda di Will e Viola altro non è che un meraviglioso parto di fantasia. Il sogno e il sentimento che suscita una favola sofferente, come quella portata sul palco di via Merulana, sono un’irresistibile fucina d’emozioni. In fin dei conti ogni vita può essere palcoscenico di una storia d’amore splendidamente straziante. Anche se non tutti i protagonisti saranno poi in grado di scrivere opere immortali. Una tale visione alimenta il desiderio di straordinarietà. E con esso la voglia di evolvere e migliorarsi.
Forse è questo l’insegnamento più importante. La morale della favola che, in quanto tale, allena l’immaginazione. Una fiaba che accende l’ispirazione poetica dell’artista anche dopo la partenza dell’amata. E che nella realtà accompagna lo spettatore nel bel viaggio d’una serata a teatro.