La nuova Via della Seta non è solo economia, ma anche cultura e conoscenza. Come l’antica rete di collegamenti che univa secoli addietro Oriente ed Europa. In quest’ottica i Mercati di Traiano divengono luogo d’incontro tra civiltà millenarie. Dal 26 marzo al 18 ottobre la mostra “Mortali immortali, tesori del Sichuan nell’antica Cina” accoglie i visitatori in uno dei più importanti e suggestivi musei della Capitale.
Alcune delle opere in mostra ai Mercati di Traiano dal 26 marzo al 18 ottobre in occasione di “Mortali immortali, i tesori del Sichuan nell’antica Cina”.
La partenza del Presidente cinese Xi Jinping da Roma ha lasciato dietro di sé l’eco del dibattito sulla cosiddetta Nuova Via della Seta, ovvero la rete di accordi commerciali ed economici stretti dall’Italia con il gigante asiatico. Gli eventuali effetti positivi di questi patti sottoscritti si vedranno solo nel tempo. Un immediato risultato del summit però, può essere quello relativo al miglioramento della conoscenza reciproca tra Belpaese e Celeste Impero. Con questo auspicio Il 26 marzo si apre al pubblico la mostra “Mortali immortali, i tesori del Sichuan nell’antica Cina”. Fino al 18 ottobre ai Mercati di Traiano sarà possibile avvicinarsi alla storia del popolo Shu, che proprio nella provincia sud-occidentale del Paese lasciò un’eredità unica.
Un viaggio nelle radici millenarie e nella spiritualità di un popolo, grazie a una ricca collezione di reperti provenienti dai più importanti musei della regione. Opere in bronzo, oro, giada e terracotta databili dall’età del bronzo ( II millennio a.c.) fino al periodo Han ( II sec. d.c.). 130 manufatti esposti prima a Napoli e poi trasferiti ai Mercati di Traiano assieme ad altri 15 prestiti. Un’iniziativa senza precedenti in Europa per importanza e quantità. L’evento è reso possibile non solo grazie all’impegno delle Istituzioni capitoline, ma anche dell’Ufficio del Patrimonio culturale della Provincia del Sichuan e dell’Ambasciata cinese a Roma. Senza dimenticare la curatrice della mostra, Wang Fang, archeologa e vice direttrice del Museo di Jinsha.
Filo conduttore della mostra è lo Yangtze, il Fiume Azzurro, culla della civiltà Shu. Un comun denominatore con Roma che nacque sulle sponde del Tevere. Tra i tanti capolavori che illustrano la vita sociale e il legame spirituale con la natura e il sole delle genti del Sichuan, particolarmente misteriosi e suggestivi sono le teste di bronzo, enigmatici manufatti databili 1600 – 1046 a.c. Nel centro di Roma, quindi, passa la nuova Via della Seta. Un’infrastruttura subito operativa per cui non è necessario attendere alcuna apertura di cantiere.