L’illusione e il sogno, la bellezza e la tecnica si incontrano nelle opere di uno dei più celebri geni grafici del mondo. Il museo di Palazzo Bonaparte ospita le creazioni di Escher, a 100 anni dalla sua prima visita nella Capitale avvenuta nel 1923. Fino al 1° aprile 2024 i visitatori potranno ammirare, nella penombra di sale che ricreano un’appropriata atmosfera intima e soffusa, xilografie e litografie, linoleografie e mezzetinte. “Tutto realizzato a mano dall’artista, poiché all’epoca di Escher i computer non esistevano”, come ha detto Mark Veldhuysen, Presidente della Escher Foundation.
Alcune delle celebri opere in mostra (Foto Marco Bombagi)
Forme enigmatiche che mutano repentinamente sfidando prospettiva e dimensioni, per poi tornare all’origine e trasformarsi di nuovo. Figure geometriche perfette, pur non avendo avuto l’artista una formazione scientifico matematica ed essendo state le sue conoscenze in materia meramente visive e intuitive. Ma anche gli scorci di Roma, città che amò profondamente e in cui abitò per anni e ovviamente i paesaggi del meridione d’Italia, tra reminiscenze moresche e borghi montani, senza dimenticare le bellezze naturali: “Voglio trovare la felicità nelle cose più piccole”, scrisse da Ravello, “come una pianta di muschio di due centimetri che cresce su una roccia e voglio provare a lavorare a quello che desidero fare da tanto tempo: copiare questi soggetti minuscoli nel modo più minuzioso possibile”.
“Escher” è un viaggio nelle visioni e nell’amore per le forme di un artista che fu ispirato dall’Italia e dai suoi luoghi, dalle strutture geometriche nascoste nei panorami e negli elementi della natura. Circa 300 opere in mostra per ripercorrere tutta la vita dell’incisore e grafico olandese, dagli inizi legati all’Art Nouveau all’amore per la Spagna, con l’Alhambra di Granada e la Mezquita di Cordoba. E poi Roma e i dodici anni trascorsi in Italia: “Il mio cuore non potrebbe assorbire con maggior gratitudine né il mio animo con maggior sensibilità”, scrisse da Siena, “l’atmosfera assolutamente nuova nella quale mi trovo a vivere, gli incontri sorprendenti e inattesi che mi offrono ogni giorno in questo posto benedetto”. Fino alle tassellature, alla base dell’idea di metamorfosi, in quel turbinio di trasformazioni da forme astratte a forme animate e viceversa che si ritrova in molte opere.
Con Escher entriamo in un mondo onirico di profili fluttuanti e ingannevoli, di figure regolari e precise ma al contempo mutevoli e magmatiche. Un’arte in bilico tra scienza e immaginazione, matematica e fantasia. Qui e altrove. Nel palazzo che fu dimora di Letizia Bonaparte, oggi splendido museo, è possibile conoscere o ritrovare un uomo straordinario attraverso le sue opere lasciate in eredità al mondo. Un genio che deve molto a Roma e all’Italia per averlo grandemente ispirato e a cui, ovviamente, La Città Eterna e il Belpaese, assieme agli amanti della bellezza e della cultura, devono altrettanto per poter ammirare oggi, le sue creazioni.