I suoni del Sud si mescolano a quelli del South dall’8 al 18 dicembre sul palco del Teatro Sala Umberto di Roma in un mix di risate e piacevoli armonie che trasportano gli spettatori lungo il golfo di Napoli fino alla Georgia statunitense dei vecchi campi di cotone.
Sud and South di Marisa Laurito e Michela Andreozzi, porta così in scena il confronto e il dialogo tra la canzone napoletana e quella dei neri d’America con una coinvolgente interpretazione della Laurito e di un bravissimo Charlie Cannon che, insieme, danno vita ad un connubio sonoro che convince e appassiona, strappando ricchi applausi lungo le fila dell’entusiasta pubblico in sala.
Attraverso un viaggio musicale inaspettato, la Laurito e Cannon, ci raccontano con ironia le differenze che dividono il nostro paese tra settentrione e meridione.
I panni stesi al Sole sono del Sud, come un orario tardo per cenare, le rotondità mediterranee, l’abitudine di cucinare in abbondanza, le scritte sbeffeggianti nei luoghi più improbabili, i sorrisi sornioni, il traffico indisciplinato ma anche strampalate gentilezze, la voglia di far tardi per le strade e, soprattutto, sono del Sud la canzone napoletana e l’antica abitudine dei caffè sospesi partenopei.
Eppure, ci fanno riflettere dal palco, anche chi è del Sud – a seconda dei punti di vista – può essere considerato del Nord, come nel caso di Charlie Cannon, che ha la pelle scura e l’ugola d’oro, ma viene dall’Alabama settentrionale… perché in fondo il Nord è sempre a Sud di qualcos’altro e il Sud è sempre a Nord di altri luoghi…
La scena è dominata dai colori delle luci, curate da Mario Esposito, che rendono cangianti i tendaggi disposti a fondale del palcoscenico e animano di ulteriori sensazioni le abilità canore dei due artisti che si intervallano, si sovrappongono e si uniscono, sotto i riflettori, accompagnati dai bravissimi musicisti dell’orchestra: Alberto Botta, solista alla batteria; Alessandro Tomei, sax e flauto; Diego Di Paolo, solista al contrabbasso; Marco Persichetti, al pianoforte, a cui è stata affidata la direzione musicale dell’evento.
Trent’anni dopo Novecento Napoletano, la Laurito, in veste di chansonnier, dimostra di avere sempre dalla sua parte il suo innegabile e variopinto talento, reggendo il palco per quasi due ore, tra dialoghi, monologhi, canzoni e battute.
Sulla canzone napoletana è stato detto tutto e di più, eppure questo spettacolo non è né superato né retrò. E’ la dimostrazione che l’anima eterna della musica resta immortale e che lo spirito del Sud scalda sempre, soprattutto se unito a quello del South.