Il governo getta fumo negli occhi dei cittadini contrapponendo l’impazienza renziana al torpore parlamentare, mentre il desiderio di approfondimento viene scambiato per conservatorismo
di Adalgisa Marrocco
«Piaccia o non piaccia faremo le riforme», proclama Matteo Renzi. Contro le opposizioni, aggiunge: «In Italia c’è sempre un gruppo di persone che dice no. E noi, senza urlare, diciamo sì […] Vado avanti dritto. Gli italiani hanno detto con il voto di maggio ‘Renzi, cambia il Paese’».
POLITICA A DOPPIA VELOCITA’ – Nonostante il presidente del Consiglio si spinga a parlare di se stesso in terza persona sottintendendo velleità da condottiero, l’operato del governo registra risultati ben lontani dalle aspettative e dai proclami d’insediamento. «La nostra priorità è il lavoro ma le statistiche, credo, inizieranno a migliorare solo dal 2015», si giustifica Renzi. Così il primo ministro invita alla cautela quando si tratta di bilanci e risultati, mentre continua a spingere l’acceleratore sugli annunci e le promesse. Una politica a doppia velocità che rivela le contraddizioni e l’avventurismo del governo Renzi.
ANNUNCI ECLATANTI E POCHI RISULTATI – Intenzioni a cui non si può tener fede. A dispetto di quello che l’esecutivo vorrebbe dimostrare, la lentezza del Parlamento rimane (purtroppo!) incontrovertibile, come resta indicibile la volontà di ribaltare la Costituzione. Si annunciano riforme eclatanti quasi impossibili da attuare di cui il nostro Paese, in realtà, non ha reale bisogno. Quello di cui si necessita è un lavoro minuzioso, bisogna correggere le piccole storture che determinano l’effetto domino dell’inadeguatezza nazionale. Varrebbero più i piccoli interventi che non l’altisonante abolizione del Senato (misura che suonerebbe rivoluzionaria se solo si trattasse di vera abolizione e non di mera riconversione).
CONFONDERE IL CITTADINO – Una dicotomia che ha lo scopo di gettare fumo negli occhi del cittadino: impazienza renziana contro torpore parlamentare. Le misure annunciate non possono essere approfondite, se non a costo di essere tacciati di conservatorismo. Se facciamo una rapida carrellata degli impegni lanciati da Renzi a febbraio, ci rendiamo conto di quanto quest’esecutivo somigli alla gatta che, essendo troppo frettolosa, finì per partorire gattini ciechi. Analizziamo qualche punto: febbraio sarebbe dovuto essere il mese delle riforme costituzionali ed elettorali ma così non è stato; a marzo sarebbe dovuta arrivare la riforma del lavoro eppure niente di niente; ad aprile la riforma della PA che è giunta con ritardo solo a giugno; a maggio avremmo dovuto assistere alla riforma del fisco ma è stato un nulla di fatto. Il sito Valigia Blu tiene un aggiornatissimo countdown che vi invito a consultare.
Insomma, #arrivoarrivo oppure #ancorastalloancorastallo?