Solenne ed epico poema sull’immortalità del coraggio nella lotta per l’indipendenza. La grande danza di Spartacus riceve gli applausi del teatro dell’Opera di Roma, nelle serate del primo e del 2 luglio, grazie all’esecuzione magistrale della Compagnia di balletto dell’Opera di Astana. Artisti assoluti che hanno saputo calarsi nell’evocativa coreografia di Yuri Grigorovich, esaltata dalla partitura del compositore Aram Khachaturian.
Scatti dallo spettacolo Spartacus, al teatro dell’Opera di Roma l’1 e il 2 luglio. Sul palco la prestigiosa Compagnia di Balletto dell’Opera di Astana.
Neppure un black out temporaneo, causato da un guasto alla rete elettrica durante il secondo atto nella serata del 2 luglio, ha potuto rovinare l’esecuzione della Compagnia di balletto dell’Opera di Astana. Gli artisti, protagonisti del maestoso Spartacus all’Opera di Roma l’1 e il 2 luglio, sono riusciti nonostante la semioscurità a completare senza sbavature la propria performance, guadagnandosi l’ulteriore riconoscimento del teatro.
Musica e coreografia emozionanti per un’opera epica, frutto della creatività di mostri sacri come il compositore armeno Aram Khachaturian e del maestro del balletto sovietico Yuri Grigorovich. Potenza e forza, poi, assieme all’eleganza e alla leggiadria, padroni del palco grazie alle movenze dei raffinati interpreti. In questo abbraccio di perfezione ha preso forma un percorso di grande tensione e passione, in cui la tragicità si eleva nell’eroismo divenendo eternità.
Il monumentale e solenne Spartacus venne concepito da Khachaturian nel 1941 come manifesto di riscatto e dignità contro ogni tirannia. La prima dello spettacolo ebbe luogo solo nel 1956 e si dovette attendere il 1968 per vedere, al Bolshoi di Mosca, la nuova produzione di Yuri Grigorovich contraddistinta da un forte connotato psicologico e dall’epica tragicità che anche il pubblico di Roma ha potuto vivere.
L’eroe non verrà dimenticato nonostante la sconfitta finale, infatti, perché il valore dimostrato nella difesa di nobili ideali renderà le sue gesta immortali. Bakhtiyar Adamzhan, Spartaco, è letteralmente travolto dalle ovazioni del pubblico, ma gli altri protagonisti non sono affatto da meno: da Arman Urazov, il tirannico Crasso con la sua sete di gloria, fino ad Aigerim Beketayeva nei panni di Frigia, l’amore di Spartaco e Assel Shaikenova, l’ambiziosa Egina al fianco del tiranno. Senza dimenticare gli altri componenti della Compagnia che hanno contribuito al grande successo dell’evento. Nota speciale per l’orchestra guidata dai direttori Abzal Mukhitdinov e Arman Urazgaliyev, sorgente delle note che danno anima alla visione di Khachaturian.