Leopolda, la città degli slogan

Leopolda, la città degli slogan

Ricordando le parole di Pasolini sul “mondo inespressivo” degli spot ed accostandole alla sloganistica renziana

di Adalgisa Marrocco

sloganisticarenzianaParte la quinta edizione della Leopolda. A partire da venerdì 24 ottobre i renziani, sotto la direzione del ministro Maria Elena Boschi, si ritroveranno a Firenze nel tentativo di rilanciare e promuovere il modello vincente dell’ascesa del  loro leader. Il titolo scelto per l’edizione è «il futuro è solo l’inizio», l’obiettivo comunicato a mezzo stampa è quello di «smettere di considerare il domani come una minaccia. Il futuro è un posto ricco di incognite, certo. Ma anche pieno di possibilità, suggestioni, opportunità. Sarà bello andarci insieme».

Insomma, a parte le disquisizioni e le polemiche sui partecipanti, sui contenuti e/o sulla contenuta vacuità, la Leopolda si appresta ad essere luogo fisico dell’apogeo sloganistico di Matteo Renzi. E a proposito di slogan, in senso letterale (ma nemmeno troppo), ci piacerebbe ricordare la parole di Pier Paolo Pasolini.

«Lo slogan infatti deve essere espressivo, per impressionare e convincere. Ma la sua espressività è mostruosa perché diviene immediatamente stereotipa, e si fissa in una rigidità che è proprio il contrario dell’espressività, che è eternamente cangiante, si offre a un’interpretazione infinita. La finta espressività dello slogan è così la punta massima della nuova lingua tecnica che sostituisce la lingua umanistica. Essa è il simbolo della vita linguistica del futuro, cioè di un mondo inespressivo, senza particolarismi e diversità di culture, perfettamente omologato e acculturato. Di un mondo che a noi, ultimi depositari di una visione molteplice, magmatica, religiosa e razionale della vita, appare come un mondo di morte.»

Insomma, stando alle parole di Pasolini ed applicandole alla sloganistica renziana, la Leopolda potrebbe essere considerata simbolo di «un mondo politico inespressivo» e di promesse stereotipe.

Le citazioni che vi proponiamo sono tratte da un articolo del 17 maggio 1973, in cui Pasolini aveva parlato della pubblicità dei jeans “Jesus”, reo di sfruttare un motto fin troppo audace, ai limiti della blasfemia: «Non avrai altri jeans all’infuori di me». Riguardo quel tipo di strategia commerciale, PPP affermava: «Coloro che hanno prodotto questi jeans e li hanno lanciati nel mercato, usando per lo slogan di prammatica uno dei dieci Comandamenti, dimostrano – probabilmente con una certa mancanza di senso di colpa, cioè con l’incoscienza di chi non si pone più certi problemi – di essere già oltre la soglia entro cui si dispone la nostra forma di vita e il nostro orizzonte mentale.»

La problematica introdotta dalla terminologia renziana non riguarda certo una violazione del sentire religioso o l’uso di un registro linguistico di tipo blasfemo. Quello che ci interessa sottolineare è come anche la sloganistica di Matteo Renzi tocchi corde sensibili, pungoli una credenza e dei valori: la «rottamazione» e la volontà di «asfaltare» un certo tipo di politica sono rimaste promesse, colpevoli di aver illuso il cittadino della possibilità di un reale rinnovamento. Al di là della spiccata capacità comunicativa del presidente del Consiglio, nulla di nuovo sotto il sole della politica nostrana. Fatta eccezione per qualche esponente di governo, le facce rimangono le stesse. La situazione socio-economica non fa sperare, almeno a breve termine, in un futuro migliore.

Una volta acquistato il “jeans Renzi”, cosa ci resta? Meno soldi (paghiamo in speranze) in tasca e un pantalone che, come gli altri riposti nel guardaroba, finirà per essere reso logoro dai reiterati lavaggi. La politica è slogan, «espressività mostruosa perché diviene immediatamente stereotipa, e si fissa in una rigidità che è proprio il contrario dell’espressività…». Rigidità che è proprio il contrario di cambiamento, che è proprio il contrario del #cambiaverso e della #voltabuona.

 


 

Le citazioni sono tratte da 17 maggio 1973. Analisi linguistica di uno slogan, Pier Paolo Pasolini (Scritti Corsari, Garzanti).

Articolo apparso originariamente sul Corriere della Sera col titolo Il folle slogan dei jeans Jesus.

About Adalgisa Marrocco

Nata in provincia di Latina il giorno di San Valentino del 1991. Firma di politica e bioetica per diverse testate on-line, raccontatrice per Edizioni La Gru col libro “Supermarket e altri racconti indigesti”, traduttrice, sempre politically scorrect.