Liberi fino alla fine: nuovo appello civile per l’eutanasia legale
(fonte immagine: www.ilsecoloxix.it)

Liberi fino alla fine: nuovo appello civile per l’eutanasia legale

Il 19 marzo a Roma, l’Associazione Luca Coscioni e A Buon Diritto si sono riunite per chiedere attenzione della politica su eutanasia, testamento biologico e suicidio assistito

di Adalgisa Marrocco

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“Liberi fino alla fine: il Parlamento si faccia vivo”, questo il titolo del convegno tenutosi a Roma il 19 marzo 2015 nell’Istituto di Santa Maria in Aquiro, sostenuto dall’Associazione Luca Coscioni e da A Buon diritto. Affrontando tematiche quali l’eutanasia, il testamento biologico e il suicidio assistito, l’appuntamento ha voluto porre l’accento sull’indifferenza che la politica riserva a questi argomenti.

Finanche la proposta di legge di iniziativa popolare sull’eutanasia legale e l’accettazione del testamento biologico, ormai depositata alla Camera dal settembre 2013, è stata accantonata. Non scegliere e non discutere determinati temi significa ignorare le istanze di una grande fetta di cittadini che domandano diritto alla dignità, dalla nascita alla morte.

A tale proposito, durante il convegno del 19 marzo, Emma Bonino ha invitato a riflettere sull’assenza di attenzione politica nei riguardi del fine vita, definendo “deficitarie” le istituzioni italiane.

Nelle ultime settimane, alla proposta di legge popolare si è aggiunta l’iniziativa “Fine vita: decidere di sé” finalizzata alla depenalizzazione dell’eutanasia: sostenuta da tre sottosegretari (Ivan Scalfarotto; Ilaria Borletti Buitoni; Benedetto Della Vedova), l’appello è riuscito a raccogliere più di quaranta firme di deputati e senatori. Un importante segnale che però non riesce a trovare appoggio da parte della restante classe dirigente. D’altronde, i parlamentari firmatari di “Fine vita: decidere di sé” – come ha voluto ricordare il senatore Luigi Manconi durante il recente convegno romano –  appartengono al centrosinistra e le eccezioni sono rarissime.

All’indifferenza politica, Marco Cappato, Gustavo Fraticelli e Mina Welby dell’Associazione Luca Coscioni rispondono proponendo un’azione di disobbedienza civile per difendere la libertà di scelta. Con questo intento, è stata fondata l’Associazione Soccorso Civile per l’Eutanasia, unitamente alla messa online del sito www.SOSeutanasia.it e all’apertura di un conto corrente che sostenga la causa.

Cappato, Welby e Fraticelli hanno dichiarato: «Forniamo informazioni e, in alcuni casi anche assistenza logistica e finanziaria, alle persone che vogliono ottenere l’eutanasia, quando vi siano le condizioni previste dalla proposta di legge di iniziativa popolare del Comitato per l’eutanasia legale. La nostra azione è un atto di disobbedienza civile nei confronti delle leggi esistenti (che condannano fino a 15 anni di carcere per “omicidio del consenziente”o concorso nello stesso reato). Risponderemo a tutte le richieste, in nome dell’affermazione del diritto all’autodeterminazione, alla libertà fondamentale di scegliere per se stessi, il proprio corpo e la propria malattia anche nella fase finale della propria vita, in nome dell’effettiva attuazione degli articoli 3, 13 e 32 della Costituzione […] L’azione di disobbedienza civile proseguirà fino a quando il Parlamento italiano non calendarizzerà la proposta di legge di iniziativa popolare depositata a settembre 2013 e da allora mai discussa in Parlamento, in violazione dell’articolo 71 della Costituzione.»

Dai palazzi del potere ancora nessun segnale, ma la società civile chiede ascolto. A ostentare indifferenza su questi temi ci sono anche i media, come testimoniato da Mina Welby in una recente intervista a IlReferendum.it: «Dovrebbero esserci delle pagine culturali all’interno dei giornali, dove si discuta di questi temi per permettere ai cittadini di informarsi. Purtroppo gli italiani leggono poco, per questo bisognerebbe offrire dei canali facilmente fruibili. Basta recarsi in una qualsiasi libreria per trovare un’infinità di volumi dedicati al tema del fine vita. Ci sono anche romanzi e film che, volendo, aiuterebbero ad avere cognizione di queste problematiche. All’ultimo Festival del Cinema di Venezia è stato presentato “Farewell Party”, un film israeliano che tratta con ironia il tema e che mi ha ricordato molto lo spirito di mio marito Piergiorgio. Lui affermò “morire non è uno scherzo”, ma ad un certo punto disse anche “andate a chiacchierare un po’ in salotto perché io devo prepararmi a morire, è la prima volta che lo faccio”.»

 

About Adalgisa Marrocco

Nata in provincia di Latina il giorno di San Valentino del 1991. Firma di politica e bioetica per diverse testate on-line, raccontatrice per Edizioni La Gru col libro “Supermarket e altri racconti indigesti”, traduttrice, sempre politically scorrect.