L’ultimo esponente dei Flavi, figlio di Vespasiano e del colle più importante di Roma, rivive con una mostra la cui sede è un luogo per nulla casuale: Villa Caffarelli, spazio espositivo dei Musei Capitolini, è la casa di “Domiziano Imperatore. Odio e amore” fino al 29 gennaio 2023, ma anche il sito sul quale in passato sorgeva il tempio di Giove Capitolino, restaurato proprio da Domiziano dopo l’incendio dell’80 d.c. L’evento culturale è dedicato ad una figura complessa e non compresa da contemporanei e posteri, che basarono il proprio giudizio su fonti storiche e letterarie fortemente ostili.
Alcune delle quasi 100 opere in mostra a Villa Caffarelli, Musei Capitolini, fino al 29 gennaio del 2023 per “Domiziano imperatore. Odio e amore”, mostra che racconta una figura complessa e non compresa e misconosciuta come quella dell’ultimo esponente della dinastia Flavia.
Attento all’amministrazione e in buoni rapporti con l’esercito, di grande cultura e capacità politiche, devoto agli Dei e gradito al popolo anche grazie alle molteplici opere edilizie compiute. Ma inviso al Senato. E tanto bastò per farlo passare alla storia come un tiranno avvolto per sempre da un’aura negativa. Avere una cattiva stampa è un grosso problema, in ogni tempo. L’analisi storica e la ricerca tuttavia, servono proprio a rileggere fatti e avvenimenti sotto lenti diverse, per ridare talvolta agli uomini ciò che spetta loro.
È il caso di “Domiziano imperatore. Odio e amore”, mostra aperta al pubblico dal 13 luglio 2022 al 29 gennaio 2023 nella sede di Villa Caffarelli ai Musei Capitolini e dedicata all’ultimo esponente della Gens Flavia. In esposizione quasi 100 opere provenienti da importanti musei nazionali ed esteri per un percorso che si snoda attraverso 15 sale, per raccontare la storia di uno dei più importanti imperatori di Roma restituendone al pubblico un’immagine che superi la visione stereotipata che generalmente lo circonda.
Domiziano infatti diede prova di abilità sia in politica interna che estera, assecondò il gusto del popolo per i giochi ma tentò anche di educarlo ad un profondo senso del sacro, come da tradizione greca, restaurando templi e costruendone di nuovi. Fu odiato dal Senato che ne decretò la damnatio memoriae subito dopo la morte, tramandandone ai posteri un’immagine negativa che sopravvisse ai secoli anche per l’opera di storici apertamente ostili come Svetonio, Cassio Dione, Tacito e Plinio il Giovane.
La rilettura dell’epoca in cui Domiziano visse e della stessa vicenda terrena dell’imperatore, grazie ai documenti e ai dati materiali in mostra permette oggi una rivalutazione. L’esposizione di Villa Caffarelli è coprodotta dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e dal Rijksmuseum Van Oudheden della città olandese di Leden da cui provengono 58 opere che si aggiungono alle 36 per l’edizione romana. La mostra è arricchita inoltre da opere della Sovrintendenza Capitolina normalmente non visionabili dal pubblico.
“Domiziano imperatore. Odio e amore” è una preziosa occasione per conoscere un’avvincente pagina della storia di Roma attraverso la vita straordinaria di uno dei suoi figli più illustri.