Francesco Montanari legge Italo Calvino, accompagnato dalle note dell’Orchestra sinfonica dei Quartieri spagnoli di Napoli, nell’ambito del Progetto Lunga Vita. Una serata speciale quella del 19 settembre al teatro Marconi, dal titolo “L’importanza di leggere i classici”. Tra citazioni letterarie e giovani promesse della musica emerge l’attualità dei grandi capolavori dell’arte.
I testi più importanti della storia hanno molte vite sempre nuove, quelle di chi li legge. A volte diverse esistenze per una stessa persona, perché leggere un classico in gioventù e in età matura, ad esempio, è come aprire due libri differenti: una nuova storia per una persona resa nuova dal tempo. È per rispondere alla domanda relativa a cosa sia un “classico” che il 19 settembre al teatro Marconi di Roma Francesco Montanari si è calato nei panni di Italo Calvino per leggerne alcune citazioni, accompagnato dalla passione dell’orchestra sinfonica dei Quartieri Spagnoli di Napoli.
Una serata nata nell’ambito del Progetto Lunga Vita, la manifestazione organizzata da Tradizione Teatro che fino al 24 settembre vede susseguirsi, presso il teatro sito a due passi dall’Eur, ogni giorno per oltre quattordici ore consecutive spettacoli teatrali, proiezioni, retrospettive, balletti, esposizioni artistiche, performance, meeting, residenze e workshop.
Molteplici le definizioni di Calvino sui classici citate da Montanari durante la serata, quasi un vademecum per chi voglia ancora oggi cogliere la saggezza delle opere e dei loro autori proiettandola nell’attualità, perché l’intelligenza non ha tempo. O forse ce l’ha: è quello di ognuno. Il presente è il punto di riferimento da cui osserviamo, la lente attraverso cui leggiamo gli insegnamenti dei grandi letterati, pur estraniandoci dall’oggi, in fondo, quando apriamo il nostro testo. Perché “i classici sono quei libri che tendono a relegare l’attualità a rumore di fondo, ma di quel rumore di fondo non possono fare a meno”.
Importante anche la soggettività. Molti testi nelle nostre librerie sono classici per noi che li abbiamo letti e apprezzati, che abbiamo appreso qualcosa che non sapevamo. Che ci siamo sentiti migliorati dalla lettura di quelle pagine. Una sorta di personalizzazione dell’arte che rende un libro il nostro libro, il nostro classico. “Quello che si configura come equivalente dell’universo, come i talismani antichi”.
La grandezza può celarsi, quindi, tra righe inaspettate di pagine sorprendenti. L’importante è avere sempre curiosità di girovagare per il cosmo dell’arte.