Un Romeo e Giulietta fuori dal parametro del già visto e con uno slancio innovativo. Con il coraggio della regia di Andrea Baracco, all’Eliseo si ha l’occasione di assistere ad una lettura teatrale, seppur fedele al testo, comunque fresca, originale e di carattere. Fino al 5 marzo!
Il conflitto dei Capuleti e Montecchi che culmina nella storia di amore suicida dei due appena adolescenti Romeo e Giulietta, vede lo scorrere delle vicende sul palco del Teatro Eliseo senza annoiare mai lo spettatore, grazie alla rappresentazione che offre argute ottiche per seguire una tragedia che sembra uscita da una penna moderna. E’ in scena una tensione temporale difatti, che si vede anche nei costumi, i quali si alternano tra quelli dei secoli passati e quelli contemporanei. Baracco compie questa operazione senza strafare, senza scadere in uno stravolgimento dell’opera o in una irrispettosa modernizzazione. Il regista coglie l’anima moderna che già il testo contiene e la sviscera in scena. Moderno è il giovanissimo Romeo che in fondo da innamorato folle di Rosalina passa alla nuova follia amorosa per Giulietta, e come un giovane innamorato di sempre e di oggi, canta le sue sofferenze d’amore nella propria stanza e canta l’amore che viene, ma che così come arriva travolgente poi se ne va come se non fosse esistito.
E’ proprio questo Romeo e Giulietta che ci mette davanti ad una riflessione scevra dalle retoriche: alla base questa storia è una storia come tante. Due giovani che si amano e nell’innamoramento tutto cancellano e in esso si logorano. Ma ciò avviene in pochi giorni che si chiudono con la tragedia, e che rende questo amore una condensazione emotiva (viene quasi da pensare e se non si fossero uccisi, sarebbero stati “Romeo e Giulietta” per sempre? D’altronde Romeo ha già dato prova di struggersi per Rosalina e cancellarla in una sera, ad una festa in maschera, con la comparsa di Giulietta).
Antonio Folletto, nei panni di Romeo, ben interpreta con una recitazione ritmata il carattere inquieto del giovane amante; Lucia Lavia è una Giulietta dai toni più vicini all’immagine tradizionale e pulita tecnicamente, in contrasto con la rappresentazione della famiglia Capuleti, intrisa di un’attuale mondanità, quasi in stile Grande Bellezza; Alessandro Preziosi è un Mercuzio dalle tinte ambigue e a tratti conturbante (visione interessante per questo personaggio). Molto importanti per la resa scenica sono inoltre le musiche di Giacomo Vezzani, che raggiunge un altissimo risultato nella scena finale.
Non è facile unire capacità, coraggio e novità su un testo simile, senza nemmeno causare un eccesso nel risultato di un contesto teatrale, e creare invece un così piacevole, rispettoso e coinvolgente lavoro!