Un progetto ambizioso, che mira a far rivivere il mito dell’età dell’oro attraverso una ricostruzione virtuale ed un tour audio. Partito lo scorso 21 aprile in occasione del Natale di Roma, procederà fino a settembre l’appuntamento quotidiano con “Foro di Augusto. 2000 anni dopo”.
Tutte le sere 200 spettatori, disposti su tribune debitamente studiate per mantenere lo sguardo saldo sul Foro, ripercorreranno le architetture e gli spazi dell’antica Roma ai tempi del suo grande splendore. Punto di partenza i reperti archeologici da cui prenderà il via un viaggio nel tempo, nei millenni.
Passando dalla statua di Augusto alta molto probabilmente 12 metri, vista l’impronta rimasta del piede di ben 1,66 metri, al Tempio di Marte Vendicatore, attraverso proiezioni, giochi di luci e filmati sarà possibile rivivere quell’epoca. Il percorso è inoltre accompagnato dalla voce di Piero Angela tradotta in 6 diverse lingue, ideatore e curatore dell’evento insieme a Paco Lanciano e con Gaetano Capasso.
L’iniziativa fa parte di un’idea più grande volta alla riqualificazione e valorizzazione dei Fori Imperiali. Anche la forte spinta internazionale in effetti mostra la volontà profonda di rendere un servizio di fruibilità turistica più ampio e interessante. Punto di forza il costo zero: in virtù di un bilancio complesso e deficitario, questo appuntamento con la storia si sosterrà con la sola vendita dei biglietti che vanno da € 15 a 10. Che una volta tanto si faccia davvero qualcosa per questa città? “Ai posteri l’ardua sentenza” verrebbe da dire. Per il momento l’avventura storico-tecnologica è appena iniziata: sarà opportuno attendere qualche mese per conoscerne il risultato e l’impatto sulla cittadinanza e sul turismo.
Di sicuro riprendere in mano i tesori di Roma, le bellezze di un popolo che è riuscito a sopravvivere alle centinaia di anni trascorsi, e farle tornare a parlare è apprezzabile. Specie per chi forse nella Capitale è nato e cresciuto, potrebbe essere un momento di recupero della propria identità, troppo spesso accantonata o dimenticata. Disturbati dai tanti, troppi disservizi che tempestano e complicano la vita capitolina, è facile dare per scontate le magnificenze che le appartengono. Tornare per un attimo a custodire invece la propria cultura, le proprie origini, e farlo con un percorso espositivo che sposa le moderne tecnologie con i lustri del passato sembra interessante. E’ necessario scrollarci di dosso l’idea di città vecchia: Roma ha bisogno di ricominciare a respirare. E per farlo è importante che riesca a far leva sulle grandi, immense potenzialità che ha, per renderle terreno fertile verso un futuro meno opaco. Investire sul nuovo che avanza deve essere la chiave di volta per sfruttare appieno quello che l’antichità ha lasciato, ma abbandonando il senso nostalgico di sopravvivenza e piuttosto spingendo sull’innovazione. Per tale ragione l’incontro del Foro di Augusto, al bimillenario della sua morte, con le strumentazioni di oggi non possono che segnare un nuovo inizio. Roma deve diventare una città contemporanea a tutti gli effetti, forte del proprio passato ineguagliabile, ma tesa verso una nuova concretezza progettuale possibile.