Uscito lo scorso 27 ottobre The most intelligent child è il secondo disco del trio romano Molotoy. Dopo l’ottimo livello dell’esordio segnato dall’album The low cost experience, il gruppo ha iniziato a farsi conoscere riuscendo a condividere il palcoscenico con alcuni dei nomi più interessanti del settore della musica elettronica tra i quali Pelican, Nosaj-Thing, Civil-Civic, Bud Spencer Blues Explosion e Mokadelic.
Punto di incontro tra generi che vanno dal post-rock alla musica applicata e alle colonne sonore, loro stessi si definiscono postronic. Quest’ultimo lavoro che vanta la partecipazione di The Niro (Davide Combusti) ed Eeris, con la produzione artistica di Francesco Catitti (Electric Diorama, Michele Bravi), conferma la tensione immaginifica delle sonorità firmate Molotoy.
Abbandonandosi all’ascolto degli undici brani inseriti nel disco, non si può che procedere naturalmente in un intenso viaggio sonoro capace di realizzare atmosfere coinvolgenti e cerebrali. I suoni sembrano galleggiare nell’aria, aprono lo sguardo all’immaginazione e proiettano la mente verso dimensioni visionarie.
I Molotoy riescono così a raccontare spazi e situazioni che pur nel solo ascolto sono fortemente impattanti. Non c’è possibilità di fuggire dalla spinta così profondamente creativa che i loro brani determinano. Ogni passaggio può essere un po’ il momento di nascita di un nuovo input e talvolta di una riflessione profonda.
Lo dimostra bene il pezzo Time, ossessione caparbia dell’uomo per il tempo, dove il suono si esprime in un crescendo di sensazioni che invoncano infine la calma. O come anche in Kaleidoscope: una delicatezza espressiva che muove a piccoli passi, accompagna e porta altrove. Bello Disappear, il brano in collaborazione con The Niro, che grida il bisogno dell’uomo di oltrepassare la paura dell’oblio. E ancora Float con Eeris, dichiarazione graffiante e sussurrata della menzogna quale mezzo per sopravvivere.
The most intelligent child è un disco tutto da vivere. Qui l’ascolto diviene luogo accogliente e privato, il momento di respiro in cui chiudere gli occhi, seguire le emozioni delle note, sentire se stessi.