I mari di tutto il mondo ridotti a discariche. Per lanciare un appello in occasione della giornata mondiale degli oceani il 9 giugno viene inaugurata a Roma “Help the Ocean”, installazione luminosa opera dell’artista Maria Cristina Finucci. Il progetto, dal grande impatto visivo, sarà visibile fino al 29 luglio sui resti della basilica Giulia al Foro Romano.
Il secondo Paese più esteso al mondo è fatto esclusivamente di spazzatura galleggiante. Frammenti plastici di varie dimensioni trasportati e raggruppati dalle correnti marine in determinati punti del pianeta. Il Garbage Patch State, 16 milioni di chilometri quadrati, comprende infatti le 5 “isole di plastica” presenti al mondo. Per sensibilizzare l’opinione pubblica sul dramma dell’inquinamento dei mari, in occasione della giornata mondiale degli oceani che si celebra l’8 giugno, viene inaugurata a Roma l’installazione artistica “Help the ocean”, opera di Maria Cristina Finucci.
Uno dei luoghi d’arte e storia più noti e simbolici, il Foro Romano, si apre ad un’opera di grande impatto visivo. Un progetto realizzato anche grazie all’impegno del Parco Archeologico del Colosseo e di Fondazione Bracco , oltreché dell’azienda Maccaferri e di Enel X. La prima ha fornito i 76 gabbioni in rete metallica che, rivestiti di 6 milioni di tappi di plastica colorati, vanno a formare la scritta “Help” che campeggia sui resti della basilica Giulia. La seconda, società del gruppo Enel, fornisce l’illuminazione che rende l’opera ancor più suggestiva durante la notte.
La scelta del Foro Romano e della basilica Giulia come sito per l’opera appare quantomai appropriata se si considera l’installazione stessa come un reperto archeologico scoperto da eventuali studiosi del futuro, i quali cercassero di indagare l’epoca che stiamo vivendo oggi. Quella che potrebbe essere definita “Età della plastica”. “L’ipotetico archeologo del futuro”, afferma l’autrice Maria Cristina Finucci, “che nella mia narrazione effettua il ritrovamento nel 4016 d.c., non riesce a classificare questi reperti. Solo durante il suo viaggio di ritorno con una navicella spaziale, guardando dall’alto, riesce a leggere la scritta Help“.
La speranza è che si riesca anche grazie all’arte a pungolare Istituzioni ed opinione pubblica affinché ognuno faccia la propria parte. Buona politica e buone pratiche quotidiane. Per far sì che il grido d’aiuto divenga un giorno un sorriso di ringraziamento. Quello delle future generazioni.