Tempi e luoghi lontani ma non dimenticati rivivono tra la veglia e l’assopimento. Il 12 dicembre Sandro Lombardi delizia il teatro di Villa Torlonia leggendo “Dalla parte di Swann”, il primo volume dell’opera di Marcel Proust “Alla ricerca del tempo perduto”. Un viaggio tenero e malinconico nei tormenti di un bambino divenuto uomo.
Le memorie di anni lontani sono spesso inaccessibili durante il giorno. Quando la vita si fa silenziosa nella calma notturna all’uomo è però concesso, talvolta, di riascoltarne il suono. Martedì 12 dicembre tra le suggestive decorazioni del teatro di Villa Torlonia Sandro Lombardi, attore, drammaturgo, scrittore, cinque volte premio Ubu come miglior attore dell’anno, legge “Dalla parte di Swann”, parte del primo volume di uno dei capolavori della letteratura contemporanea, “Alla ricerca del tempo perduto”.
Ombre sfuggenti in una stanza buia disegnano contorni vaghi, plasmati dall’immaginazione di chi attende il sonno o semplicemente il nuovo giorno. Una flebile luce che filtra dalla porta potrebbe essere il segnale dell’alba, ma è solo l’ultimo domestico che si ritira a tarda notte. Il sole si alzerà tra alcune ore ed è ancora tempo di ansie e riflessioni, di ricerca interiore. Solo il bacio della buonanotte di una madre può dare serenità, l’immenso potere della tenerezza che fa superare i piccoli tormenti di un’anima imprigionata sotto le coperte.
Poi il ricordo di un uomo, le cui visite tenevano lontana quella madre da suo figlio disperatamente aggrappato ad una piccola manifestazione d’affetto. Il signor Swann, inconsapevole carnefice ed ignaro responsabile delle sofferenze del bambino è il detonatore che fa deflagrare il tempo perduto nella dimensione del presente, riportando paradossalmente alla luce un mondo che vive solo nel buio e che, durante il giorno, viene confinato nell’oblio dalla fredda razionalità che agisce da anestetico per l’anima e i suoi turbamenti.
Attraverso le magnifiche parole di Marcel Proust lette dalla voce musicale di Sandro Lombardi ci si addentra nei meandri dell’esistenza umana, nelle tristezze che il trascorrere degli anni muta in nostalgie struggenti. Quel complesso viaggio della vita che trasforma le persone come la penombra distorce i contorni degli oggetti, plasmando la memoria e la storia d’ognuno. Così accade che i dolori lontani vengano guardati con il sorriso maturo dell’età adulta. Visti come le pietre che hanno eretto l’uomo, nato da un bimbo che attende il bacio della propria madre.