di Beppe Di Maggio
E’ la festa della donna e molte saranno omaggiate dai loro compagni e dai loro cari con mimose o altri regali. Si coglierà solo l’aspetto più superficiale di questa giornata dedicata alle donne, dimenticando che la si celebra per ricordare sia le conquiste sociali, ma anche le discriminazioni e le violenze cui sono ancora oggetto. L’Italia è uno dei paesi in cui questa piaga è maggiormente presente, tuttavia la presenza di un sempre maggior numero di donne che si occupano in parlamento di questi temi ci fa sperare in un cambiamento. Tra le deputate più attive c’è sicuramente Michela Marzano, stimata filosofa ed autrice di diversi libri con al centro la figura femminile.
Tra i suoi saggi/articoli più importanti ricordo uno quanto mai attuale, seppur scritto nel 2010, dal titolo emblematico ” Perché gli uomini uccidono le donne”, nel quale la studiosa cercava di spiegare un fenomeno che non aveva raggiunto il suo apice: “Si continua a chiamarli delitti passionali. Perché il movente sarebbe l’amore. [….] Quanto più la donna cerca di affermarsi come uguale in dignità, valore e diritti all’uomo, tanto più l’uomo reagisce in modo violento. La paura di perdere anche solo alcune briciole di potere lo rende volgare, aggressivo, violento. [….] Si tratta di uomini che non accettano l’autonomia femminile e che, spesso per debolezza, vogliono controllare la donna e sottometterla al proprio volere. Paradossalmente, molti di questi delitti passionali non sono altro che il sintomo del “declino dell’impero patriarcale”.
Parole che risuonano come profetiche dei delitti che sarebbero avvenuti negli anni successivi, ma allo stesso tempo la Marzano fa una radiografia del cosiddetto maschilista del nuovo millennio, un uomo all’apparenza integrato ma capace di scatenare contro la “sua” donna la violenza maschilista e misogina che è stata per troppi anni difesa da una società patriarcale fatta da tanti piccoli Barbablù o Landrù in sedicesimi, incapaci di arrivare certo all’omicidio ma capaci di violenze fisiche e psicologiche verso le loro mogli o compagne. Ricordo tanti “commenti” cattivi apparsi nei giorni e mesi seguenti, uno soprattutto molto maschilista e meschino. E non vale la pena citarlo per mostrarne l’infimo livello. Oggi è il giorno delle mimose, e molti uomini si “laveranno” la coscienza in questo modo, ma più che una mimosa basterebbe riconoscere alle donne quei diritti che si sono conquistate in questi anni.