Renzi continua coi proclami ma indugia coi fatti, mentre il malcontento cresce e il lavoro affonda: cui prodest?
di Adalgisa Marrocco
Matteo Renzi asfalta tutti: Articolo 18 e lavoro, sindacati, minoranza PD con in testa Pierluigi Bersani e Massimo D’Alema, opposizioni vere o presunte, sta con Hollande per combattere l’austerità e con Cameron promette flessibilità e, infine, lancia frecciatine alla “maestrina” Merkel.
LA RIPRESA NON ACCELERA – Come al solito, tanti proclami e pochi fatti. Non sarà di certo un caso se il mercato europeo crolla e Milano tocca il -4%, mentre Mario Draghi, presidente della BCE, conferma la debolezza della ripresa. Intanto Renzi vorrebbe una fetta del successo anti-rigore conquistato da Francois Hollande, ma la Merkel già affila le armi per un contrattacco all’insegna dell’austerità.
LE MANIFESTAZIONI ANTI-RENZI – Sul fronte interno, qualcuno è pronto a reagire alla carica renziana: il 3 ottobre, a Ferrara, fischi, lancio di uova e cartelli di protesta per accogliere il presidente del Consiglio, atteso al Festival di Internazionale per un’intervista con testate straniere; intanto Grillo e i 5 Stelle preparano una manifestazione anti-governo per il 10 ottobre al Circo Massimo.
L’AFFAIRE LAVORO – La questione più spinosa riguarda la Riforma del Lavoro. La prima mossa del governo Renzi è stata quella di stabilire che ogni impresa può assumere un lavoratore a termine per tre anni, alla fine dei quali sarà sufficiente non rinnovare il contratto senza specificare la causa del “licenziamento”, assumendo un nuovo lavoratore, e così (potenzialmente) all’infinito. Si vorrebbe anche legalizzare il declassamento delle mansioni e il conseguente abbassamento dei salari, promuovere all’estremo i “voucher” col lavoro che diverrebbe generalizzatamente occasionale, mettere il TFR in busta paga per compensare le paghe sempre più ridotte, intaccando il futuro reddito. Insomma, un progressivo taglio di garanzie e diritti: cui prodest?
LE CRITICHE DALLA VECCHIA GUARDIA DEMOCRATICA – Anche la vecchia guardia dei democratici, che di certo non può vantare politica purezza d’animo, critica Renzi perché trova terreno fertile. Intervistato dal Corriere della Sera, Massimo D’Alema ha dichiarato: «Sono un ammiratore dell’oratoria del segretario del partito, ma il fascino dell’oratoria qualche volta non riesce a far si che ci sia attinenza di una parte delle osservazioni alla realtà. Il dibattito politico deve mantenere un forte aggancio alla realtà. Penso con sincero apprezzamento per l’oratoria che quello del presidente del Consiglio è un impianto di governo destinato a produrre scarsissimi effetti e questo comincia ad essere percepito nella parte più qualificata dell’opinione pubblica. Meno slogan, meno spot e un’azione di governo più riflettuta credo possa essere la via per ottenere maggiori risultati».
Nulla di nuovo dal fronte renziano. Solo parole.