Al Palazzo delle Esposizioni, nell’ambito della mostra “Pier Paolo Pasolini. Tutto è Santo. Il corpo poetico”, dedicata ai cento anni dalla nascita del grande autore, si è tenuta il 22 febbraio la presentazione del libro di Augusto Frassineti “Misteri dei Ministeri”, assieme alla proiezione del documentario “Capelli quasi biondi, occhi quasi azzurri, 78 lettere a Pier Paolo Pasolini”, per la regia di Simona Risi. Le missive rappresentano uno spaccato dell’Italia dell’epoca, tra fragilità e speranze di riscatto, ed evidenziano il forte legame tra i due intellettuali.
Pier Paolo Pasolini e Augusto Frassineti si incontrano idealmente a Palazzo delle Esposizioni, in un evento che caratterizza gli ultimi giorni della mostra, che si chiude il 26 febbraio, “Pier Paolo Pasolini. TUTTO È SANTO. Il corpo poetico”, dedicata ai cento anni dalla nascita dell’intellettuale scomparso nel 1975. Il 22 febbraio, nell’auditorium del museo, si è tenuta la presentazione del libro “Misteri dei ministeri” di Augusto Frassineti assieme alla proiezione del documentario, realizzato anche grazie al contributo dei giovani attori del teatro Piccolo di Milano, “Capelli quasi biondi, occhi quasi azzurri, 78 lettere a Pier Paolo Pasolini”.
I protagonisti di questa serata sono molteplici: non solo i due autori, grandi amici fin dagli anni bolognesi, ma anche il cinema, con il celebre “Vangelo secondo Matteo” la cui genesi si intreccia con le lettere dei “senza tutto”, per utilizzare un’espressione coniata proprio da Frassineti. È il dicembre 1963 e sul settimanale Le Ore Pasolini rilascia un’intervista in cui spiega che per il ruolo di Gesù nel suo “Vangelo secondo Matteo” cerca un attore non professionista, “non tanto alto, bruno col viso semitico, lo sguardo penetrante”. A questa richiesta rispondono decine di candidati da tutta Italia. Saranno 78 le lettere indirizzate al regista e giunte fino a noi grazie all’opera di conservazione di Mimmo Frassineti.
“Ognuna di queste lettere è una supplica, per poter accedere al film come protagonista o semplice comparsa”, sottolinea Giuseppe Garrera, curatore della mostra “Pier Paolo Pasolini. TUTTO È SANTO. Il corpo poetico” e moderatore dell’incontro del 22 febbraio a cui partecipano Mimmo Frassineti, fotografo, Andrea Gialloreto, storico della letteratura, Simona Risi regista, Donata Scalfari giornalista e sceneggiatrice. Sono lettere, alcune delle quali in mostra, che colpiscono per la tenerezza con cui i candidati si propongono e per le diversità sociali evidenziate dalle varie modalità di scrittura. C’è chi si propone con baldanza e chi con timidezza, mentre alcuni manifestano addirittura supponenza intellettuale. Ma tutti chiedono un’opportunità di riscatto.
Alla fine Pasolini non scelse nessuno tra gli autori di quelle lettere, ma la documentazione venne data ad Augusto Frassineti con una motivazione che il figlio Mimmo riferisce: “Pasolini metteva in relazione quelle lettere con i personaggi dei libri di mio padre”. Come quelli di “Misteri dei ministeri”, un romanzo che narra dei soprusi del potere amministrativo nei confronti dei cittadini, vittime del mostro burocratico. I postulanti di Pasolini e i vessati dallo Stato di Frassineti, quindi, si incontrano nell’infelicità, in quella solitudine di fronte al potere che unisce gli ultimi di ogni epoca.