Il focolaio del malcontento è stato Tor Sapienza ma, da Milano a Napoli, il nervosismo delle periferie italiane è alle stelle
di Adalgisa Marrocco
Il focolaio è stato Tor Sapienza, martoriato quartiere della periferia romana, ma il contagio rischia di coinvolgere altre zone della Capitale e d’Italia. Crisi economica, nervi alle stelle, movimenti xenofobi che riescono a calamitare le simpatie politiche di una larga parte della popolazione: da nord a sud i sintomi sono questi.
MILANO – All’alba di lunedì 17 novembre 2014, la polizia, in tenuta antisommossa, inizia lo sgombero di alcuni appartamenti occupati in via Vespri Siciliani, ubicata nel quadrante sud del capoluogo lombardo. La guerra si consuma tra gli assegnatari degli alloggi popolari (che pagano regolarmente l’affitto all’ente regionale di competenza) ed i loro occupanti abusivi. Le occupazioni avvengono grazie a due metodi: ci si affida ai centri sociali che forniscono aiuto “nell’apertura” degli appartamenti, oppure si “compra” l’alloggio pagando dai 2.000 ai 3.000 euro alle bande criminali di svariata nazionalità (anche italiani, ovviamente) che – si perdonerà il gioco di parole – hanno creato il business della “apri-vendita” immobiliare.
TORINO – All’ombra della Mole Antonelliana, il conflitto sociale coinvolge gli operai italiani e i lavoratori extracomunitari. Da mesi (le prime proteste si sono registrate lo scorso anno con l’appoggio del movimento dei Forconi), i lavoratori contestano l’inadeguatezza dei salari e l’eccesso degli orari di lavoro. Nelle ultime settimane, la tensione ha toccato il picco e gli operai, con l’appoggio degli antagonisti, sono giunti allo scontro fisico con le forze dell’ordine. Ancora una volta ad essere colpiti sono il ceto basso e la classe operaia, proprio quella fetta di popolazione che nelle periferie (soprav)vive.
NAPOLI – Nel capoluogo campano, il presidente dell’VIII Municipio ha suggerito che la TARSU non dovrebbe essere pagata fino a che Scampia non risolverà la sua situazione di degrado. Ma, intanto, il quartiere continua a vivere una condizione di estremo disagio, tanto che questa settimana lo spagnolo El País dedica un intero reportage alla zona, scrivendo «El barrio de Scampia es el símbolo de una sociedad, la napolitana, asfixiada por el crimen organizado y el negocio de la droga» («Il quartiere di Scampia è il simbolo di una società, quella napoletana, soffocata dal crimine organizzato e dal traffico di droga»). In questo caso, è proprio è il tipico degrado della periferia italiana a renderci ancora una volta fanalino di coda della civiltà in Europa.
IL TRIONFO DELLA POLITICA POPULISTA E DI ESTREMA DESTRA – Questi sono solo pochi esempi della condizione di degrado generale in cui versa la periferia italiana. Un deterioramento sociale ed economico che ha sancito il trionfo dei partiti e dei movimenti populisti e di estrema destra. Si inizia con la Lega di Matteo Salvini, che nei sondaggi ormai supera il 10%, si finisce con Casa Pound e Forza Nuova: fazioni politiche fino a ieri confinate in percentuali di consenso minoritario che oggi traggono linfa vitale dal malcontento generale.
Nel frattempo, l’attenzione verso Tor Sapienza è già scemata. Come quando una festa finisce (in questo caso, a terminare è un party totalmente mediatico) e tutti vanno via.