Ci fu un’epoca in cui non erano solo canzonette. Lo straordinario abbraccio tra i grandi intellettuali e i musicisti italiani agli albori della grande epopea autorale viene narrato attraverso una mostra inconsueta e sorprendente al castello di Santa Severa. In questa cornice suggestiva e ricca di storia a poca distanza da Roma sarà possibile immergersi fino al 13 settembre nel fascino di “Tu parlavi una lingua meravigliosa: quando la canzonetta divenne poesia”, a cura di Giuseppe Garrera ed Igor Patruno.
Alcuni scatti dalla mostra “Tu parlavi una lingua meravigliosa: quando la canzonetta divenne poesia”, al castello di Santa Severa fino al 13 settembre
Far entrare in tutte le case la grande poesia, avvolta dalle note musicali. Una sfida audace e romantica caratterizzò gli anni ’60 e ’70 per trasformare la canzone leggera e popolare in uno strumento alto, altro. Per trasmettere la realtà e il mondo con opere che riuscissero anche a riscuotere successo. E così poeti e scrittori come Italo Calvino, Franco Fortini, Pier Paolo Pasolini e Alberto Moravia iniziarono a plasmare le parole assieme alla musica per svolgere una missione da sempre proibitiva: rendere la cultura, e la poesia in particolare, popolare. Al castello di Santa Severa fino al 13 settembre è possibile visitare “Tu parlavi una lingua meravigliosa: quando la canzonetta divenne poesia”, una mostra a cura di Giuseppe Garrera ed Igor Patruno.
Nella Sala Pyrgi della maestosa fortezza affacciata sul mare il visitatore vedrà foto e vinili, ascolterà parole celebri, recitate e cantate. Un percorso attraverso i cimeli dell’epoca con il sottofondo delle onde fuori dalle mura del castello. Una voce in più che sembra unirsi alla rassegna. Rivivono così gli anni di Cantacronache, il gruppo che iniziò ad operare nel 1957 a Torino attorno all’Einaudi con lo scopo di scrivere canzoni non frivole, che raccontassero il reale. E poi la collaborazione tra Sergio Endrigo e Pasolini, periodo in cui lo stesso intellettuale fu autore di testi come Cosa sono le nuvole, cantata da Modugno. Senza dimenticare i testi scritti da Moravia, Arbasino, Parise, Flaiano e Soldati che Paolo Poli e Laura Betti tentarono di utilizzare per creare in Italia un genere musicale audace e ricercato. Non mancano infine testimonianze relative alle “voci” dei poeti incise sugli audiolibri.
Rendere la cultura di massa è da sempre, in Italia almeno, una sfida complessa. In quel periodo il guanto venne raccolto sul terreno più popolare che esista: quello delle cosiddette canzonette. Da questo tentativo scaturirono testi stupendi, canzoni uniche. Una battaglia sempre attuale.