L’affaire Mogherini conferma l’inadeguatezza dell’Italia in Europa e dei nostri rappresentanti in patria
di Adalgisa Marrocco
È troppo morbida. È filo-russa. É di tutto e un po’. È per questo che nessuno la vuole come ministro degli Esteri dell’Unione Europea. È Federica Mogherini.
UN FARDELLO DA SCARICARE – Proviamo ad essere onesti. L’ostinazione di Renzi a sostenere la candidatura comunitaria dell’attuale titolare della Farnesina rende plausibili le ipotesi avanzate dalla Lega Nord. «La crociata di Renzi per piazzare la Mogherini in Europa è utile solo a sbarazzarsi di un ministro inadeguato, ma è quanto di meno necessario vi sia per la parte produttiva del Paese. Posto che così com’è quest’Europa non funziona, solo conquistando una delle tre commissioni-chiave della concorrenza, del mercato interno o del commercio possiamo provare a cambiare qualche regola in questi settori e dare così una speranza di rilancio all’economia del Nord», ha detto il deputato leghista Gianluca Pini sulle euro-nomine.
LE COMPETENZE – D’altronde, lo scarto di competenze con Emma Bonino, che ha preceduto la Mogherini nella breve esperienza del governo Letta, è evidente a chiunque. Non bisogna essere un fervente Radicale per ammetterlo. Forse Matteo Renzi sta prendendo coscienza dell’evidenza e cerca di liberarsi dal fardello di un ministero degli Esteri dal piglio poco deciso e dall’esperienza farraginosa. Circostanze mai evidenziate dalla stampa amica. Per fare un esempio banale, fino a che la poltrona della Farnesina è stata occupata da Emma Bonino, la questione Marò ha riempito le prime pagine in maniera ossessiva. Una volta insediatosi il ministro Mogherini, un alone di non curanza e una nebbia di beneplacito hanno fagocitato il caso. È l’assenza della cronaca a darci conto dello stallo. È la volontà di insabbiare a darci conto dell’inadeguatezza.
I TRENI PERSI IN EUROPA – Il semestre italiano di presidenza UE avrebbe potuto offrire ripresa del dibattito e sensibilità verso le competenze italiane ma, in queste condizioni, le possibilità sono labili. Come se non bastasse, l’affaire Mogherini non fa che confermare la nostra fama di fracassoni istituzionali.
MANCANZA DI “GALATEO” COMUNITARIO – «Però nei consessi esteri si richiede tassativamente il rispetto delle forme, pena l’emarginazione. Il giusto tono di voce, l’abito scuro nelle cene di rappresentanza […] Una della banda di allegri dilettanti allo sbaraglio che lo circonda, sponsorizzata con pretenziosa sufficienza (“quella carica è roba nostra”, avrebbero detto Silvio Gava o Mario Tanassi in altri tempi) per un incarico di altissimo profilo istituzionale, è come mangiare con le mani o ignorare l’uso del tovagliolo. Segnali che bollano quale intruso il pesce fuor d’acqua», ha scritto il saggista Pierfranco Pellizzetti su Il Fatto Quotidiano.
Già durante la cerimonia di inaugurazione del semestre italiano di presidenza europea, Renzi aveva dimostrato di voler applicare al contesto europeo lo stesso comportamento ammiccante e rottamatore usato in patria. Caro Matteo, sappi che in Europa non vige il semplicismo.