La formazione di un giovane alle leggi della delinquenza nelle strade di Napoli, in Supersonico di Salvatore Luca D’Ascia.
di Simone Luciani
La dimensione criminale è probabilmente la più utilizzata per raccontare Napoli e la sua umanità. Con alterne fortune, fra narrativa e cinema. E fortuna la merita sicuramente Salvatore Luca D’Ascia, di professione cardiologo ma con un interessante eclettismo fra narrativa e fumetto, e il suo Supersonico, romanzo pubblicato da Rai Eri dopo il buon successo ottenuto al concorso letterario La Giara.
Eppure, Supersonico, anche immerso nella dimensione criminale della strada e nelle brutali leggi “piramidali” che la governano, è prima di tutto un romanzo di formazione. Un racconto che, non concedendo nulla alla tentazione (pure affascinante) del “genere di consumo”, segue il percorso di crescita del suo protagonista, le sue tappe, i riti d’iniziazione, in una parabola nient’affatto consolatoria. Nonostante la narrazione in prima persona, D’Ascia riesce a mantenere un complesso equilibrio che lo porta a non scivolare mai né nella condanna moralistica né nella giustificazione, ma a mantenere la rotta dell’approfondimento psicologico. La scrittura, rubata agli ambienti e alle atmosfere che il romanzo narra, ma che ha il pregio di non scivolare mai nella macchietta, sorregge la prima parte della storia, che poggia su una struttura leggera. Poi, il tutto lascia spazio al ritmo e all’azione, che ci accompagnano all’inevitabile, tragico finale. Non è Saviano: è, nell’urgenza di raccontare l’antropologia di certi ambienti criminali, il Martin Scorsese di Mean Streets e Quei bravi ragazzi. Per chi lo ha amato, Supersonico è lettura assai consigliata.
Supersonico
Autore: Salvatore L. D’Ascia
Editore: Rai Eri
Anno: 2014
Genere: Crime fiction/Romanzo di formazione
Pagine: 168
Prezzo: 13,00 euro
Codice EAN: 9788839716293