A Roma la mostra del fotoreporter ucciso per passione
Era il 24 maggio 2014 quando Andrea Rocchelli in arte Andy rimaneva ucciso in Ucraina. La storia di un reporter di guerra è anche questo: mettere a rischio la propria vita, ogni volta in un paese diverso, per la passione e l’amore con cui si affronta un lavoro che fa delle immagini uno strumento di conoscenza. Poco più di anno dopo la sua scomparsa, Andy torna a far parlare di sé con una mostra: fino al prossimo 15 novembre sono infatti esposte le sue Stories al Museo di Roma in Trastevere. Un viaggio con cui conoscere e vedere da vicino l’esperienza di Andy Rocchelli, la professione che ha tanto amato e per la quale ha lasciato questo mondo.
Le Storie raccontate dagli scatti di Rocchelli, il cui volto appare in un ritratto subito all’ingresso della visita, giovanissimo e sicuro, sono quelle di un mondo in conflitto e in divenire. Si passa dalla sezione dedicata alla guerra etnica in Kirghizistan alla caduta del comunismo nel Caucaso, dall’Ucraina teatro delle lotte nel Maidan, ai bunker in cui si rifugiano intere famiglie per sopravvivere agli scontri tra forze filo-russe e ucraine. Si cambia quindi registro e si scorge un Rocchelli compositore: qui trova spazio il reportage Russian Interiors che indaga le donne russe nelle loro case. Poi il lavoro di publishing di Andy prodotto dal collettivo Cesura. Quindi si arriva alle baraccopoli calabresi di San Ferdinando e alla primavera araba del 2011.
Le immagini di questo ambizioso fotoreporter raccontano tutto il suo mondo, quello fatto di ricerca curiosa e smodata per fare informazione attraverso la macchina fotografica, il video e le registrazioni audio. Andy era un ragazzo come tanti, ma uno dei pochi capaci di perseguire un progetto credendoci veramente. Le sue immagini sono impattanti e veritiere: non ci sono artifici, gli unici espedienti sono forse le guerre tra popoli, i volti umani capaci di raccontare storie. A chi avesse dimenticato Andy Rocchelli, la sua passione, ai trentenni di oggi che non danno valore alla potenza delle idee e delle azioni, va dedicata una mostra così, una mostra che soprattutto racconta Stories.