La città in cui si spense uno degli artisti più rappresentativi della storia dell’arte italiana ne esalta oggi la memoria e l’eredità in occasione delle celebrazioni per i cinquecento anni dalla scomparsa. Il 21 ottobre infatti, l’Accademia Nazionale di San Luca ha inaugurato la mostra, aperta al pubblico fino al 30 gennaio 2021, “Raffaello. L’Accademia di San Luca e il mito dell’Urbinate”.
Alcune delle opere in mostra all’Accademia di San Luca di Roma per la mostra “Raffaello. L’Accademia di San Luca e il mito dell’Urbinate”. Inaugurata con l’anteprima stampa del 21 ottobre sarà aperta al pubblico fino al 30 gennaio 2021 (Foto Accademia Nazionale di San Luca)
Il cuore del centro storico di Roma, millenario scrigno di bellezza e arte, è luogo ideale per ricordare uno dei più grandi personaggi della cultura italiana. L’Accademia di San Luca, a pochi metri dalla meraviglia di Fontana di Trevi, ha inaugurato, con l’anteprima stampa del 21 ottobre, una mostra di straordinario valore che accoglierà visitatori fino al 30 gennaio 2021: “Raffaello. L’Accademia di San Luca e il mito dell’Urbinate”, a cura di Francesco Moschini, Valeria Rotili e Stefania Ventra coadiuvati dal comitato scientifico. Evento organizzato nell’ambito delle celebrazioni per i cinquecento anni dalla morte del grande artista di Urbino.
Il percorso si sviluppa in cinque sezioni su tre piani dello storico edificio, sede dell’Istituzione che trae origine dall’antica università delle arti della pittura di Roma. Il luogo non è casuale, perché tradizionalmente legato alla figura di Raffaello. Simbolo dell’esposizione è senza dubbio San Luca dipinge la Vergine, autentica icona dell’Accademia. L’autore viene ritratto nell’opera accanto al Santo patrono dei pittori, divenendone simbolicamente discepolo. E così tutti coloro che si ispirano all’Urbinate. Grande importanza assume la celebre copia del 1623 di Antiveduto Gramatica, conservata nella chiesa dei Santi Luca e Martina e posta a confronto diretto con l’originale, assieme a disegni e incisioni più moderne.
La seconda sezione è dedicata al misterioso Putto Reggifestone, giunto all’Accademia nel 1834. Autentico cantiere di studio ancora oggi, l’opera è stata sempre ispirazione per molteplici copie. La più celebre e documentata è quella di Gustave Moreau del 1858, esposta grazie ad un prestito del Musée Gustave Moreau di Parigi. Impossibile non citare poi Il Trionfo di Galatea di Pietro da Cortona: per Raffaello davvero un illustre imitatore.
Il percorso si conclude con le sale al piano terra, dove sono ospitate opere tra il seicento e il novecento i cui autori si ispirarono all’esempio dell’Urbinate. Raffaello e l’Accademia di San Luca, un legame suggellato da una mostra unica.