Una baronessa in esilio nella sua villa, la cugina, figlia ‘e zoccola, ma per naturale reazione bizzoca, bigotta, l’ipocrisia di un prete e infine un giovane con la sua carnalità…Al Piccolo Eliseo sarà in scena fino al 5 novembre Ferdinando, testo strabiliante di Annibale Ruccello, dove il contesto storico fa solo da sfondo per raccontare l’animo umano e tutto sotto l’attenta direzione di Nadia Baldi.
Donna Clotilde (Gea Martire), baronessa borbonica, non vuole accettare il passaggio al nuovo, rappresentato dall’unità d’Italia, dalla presenza dei Savoia e dalla lingua italiana, reputata da lei una lingua ‘e merda. E’ difatti isolata nella sua stanza, allettata per una malattia immaginaria che la porta ad altrettante immaginarie morti. Veglia su di lei, in modo interessato, la cugina povera, Gesualda (Chiara Baffi). L’unico incontro con il mondo esterno è quello con Don Catellino (Fulvio Cauteruccio), esempio di poca trasparenza e che, seppur annoia Donna Clotilde con i suoi infiniti discorsi, è comunque parte della quotidianità di questo psicotico esilio. L’ ambiguo parroco non mancherà di intrattenersi segretamente e in modo meno noioso anche con Gesualda.
A rivoluzionare questa clausura sarà l’arrivo di Ferdinando (Francesco Roccasecca), dal bel nome borbonico, nipote di Donna Clotilde, che cercherà riparo presso la zia. La sua presenza creerà turbamenti in ciascuno di loro. La sua carne fresca farà uscire ciò che era rinchiuso dentro l’animo di ognuno fino a quel momento. L’opera di Ruccello rappresenta una graduale fuoriuscita dell’umanità, quella nascosta, che si cerca di chiudere nel proprio buio, ma che se riceve lo stimolo esterno esplode. Don Catellino è l’esempio dell’ ipocrisia e della clandestinità, lui, che sotto quella veste, nasconde la donna peggiore delle tre.
Ritmata, interessante sempre, la messa in scena di Nadia Baldi è una perla da gustare. Sul palco appare, attraverso la sua regia, una forte personalità professionale e non lo lascia mai un momento. Grande apprezzamento pertanto per questa brava regista. Sono altrettanto bravi gli attori: la grande Gea Martire, professionista che porta con ammirevole energia una meravigliosa Donna Clotilde; Fulvio Cauteruccio che è un ottimo Don Catellino; Chiara Baffi una lodevole Gesualda e poi il giovane Francesco Roccasecca che mostra un grande lavoro nell’interpretare il carnale scompiglio: la capacità di essere angelo, senza dimenticare che lo è stato pure Lucifero.
Un apprezzamento particolare va anche al costumista Carlo Poggioli per l’ ampissima veste da camera di Clotilde, un tutt’ uno con il letto in cui ormai si trova prigioniera e su cui si alza in piedi ondeggiando come una nuvola bianca, senza un limite che faccia vedere dove finisce la veste e dove inizia il letto.
Gli ingredienti ci sono tutti: Ruccello, una brava regista, degli artisti meravigliosi e l’Eliseo che continua a proporre sempre prodotti di qualità. Da non perdere per nessun motivo.