Il dramma delle periferie riempie le prime pagine, ma per quanto rimarrà vigile l’attenzione?
di Adalgisa Marrocco
Si chiama sovrainformazione ed è quel metodo usato per distrarre e/o orientare l’opinione pubblica. Si distoglie l’attenzione da certi argomenti e la si dirige verso altri, non per forza considerati di minor importanza ma certamente meno dannosi per l’onorabilità delle stanze dei bottoni.
È quello che sta succedendo con la vicenda di Tor Sapienza: periferia romana in stato di profondo degrado da anni, ma che solo negli ultimi giorni è balzata agli onori della cronaca. È un caso che l’informazione e la politica si siano accorte soltanto ora dei problemi riguardanti una zona urbanistica che conta ben 12.648 abitanti? Si rischia eccessiva malafede nel postulare volontà dissimulatoria da parte delle stanze del potere?
Padoan inscena un tira e molla con l’UE sui numeri del rigore, Renzi tenta di gonfiare i numeri della ripresa e gran parte d’Italia, anzitutto la zona tra Liguria e Lombardia, vive il dramma del dissesto idrogeologico causato da decenni di malamministrazione. Intanto, i dibattiti televisivi incensano la capacità affabulatoria del Matteo Salvini di turno e la presunta saggezza del metodo “aiutiamoli a casa loro”.
Gli abitanti di Tor Sapienza hanno ragione, da vendere. E vale la pena riaffermare che la condizione di degrado denunciata, e di cui ci si accorge solo oggi, è storia risaputa. Basta tornare ai titoli dei giornali locali di inizio 2014 per comprendere quanto i problemi siano consolidati e niente affatto inauditi. Ecco una rapida carrellata:
- “Tor Sapienza: spaccio alle case popolari, la cocaina nascosta nell’intercapedine – I pusher sono stati arrestati dagli agenti del Commissariato Prenestino. Il fermo in viale Giorgio Morandi. Ottanta i ‘pezzi’ sequestrati e già pronti alla vendita” (24 gennaio 2014);
- “Tor Sapienza: il 23 gennaio una fiaccolata contro degrado e fumi tossici – Organizzata dal neonato comitato abitanti Tor Sapienza la fiaccolata si terrà nei pressi della stazione Fr2, luogo simbolo dell’abbandono del quartiere” (17 gennaio 2014);
- “Tor Sapienza, il business del sesso in piazza Pascali: «Trans e prostitute sotto le nostre finestre» – Protetti da teli in plastica sistemati alla bell’e meglio, clienti e prostitute consumano rapporti sessuali a pochi metri dalle abitazioni. I residenti chiedono più controlli e la realizzazione di una Ztl notturna” (3 gennaio 2014);
- “Tor Sapienza, sicurezza e decoro urbano: i cittadini chiedono risposte – Strade fatiscenti e marciapiedi impraticabili con gli utenti costretti ad aspettare i mezzi pubblici a ridosso della carreggiata. Ecco le richieste dei residenti all’Amministrazione” (2 gennaio 2014).
Nell’estate 2013, a seguito dello sgombero di un campo nomadi, interviene addirittura Amnesty International: “Sgombero via Salviati: «Comprendiamo i disagi, ma il rispetto della legalità è prioritario» – L’assessore al Sostegno Sociale e Sussidiarietà, Rita Cutini, commenta lo sgombero dei rom a Tor Sapienza. «Condizioni igieniche inaccettabili». Associazione 21 Luglio, Amnesty, ERRC: «Grave violazione dei diritti umani»”.
Altrettanto risaputo è il fatto che, da decenni , il VI municipio e l’intera periferia romana soffrono la mancanza di un’equa distribuzione dei centri di accoglienza. Evitare concentrazioni dannose. Ricordare che oltre via Casilina, via Prenestina, via Collatina, via Polense e tutto il quadrante sud-est, c’è “un’altra Roma” che coi suoi spazi potrebbe ospitare rifugiati e minoranze etniche.
Prima che i problemi possano trovare soluzione, l’esigenza della sovrainformazione sarà passata. Così politica e media torneranno a far scivolare nell’oblio Tor Sapienza e le altre periferie.