di Beppe Di Maggio
Con “l’abdicazione” di Napolitano, dopo nove anni di “monarchia costituzionale” più che di presidenza notarile, il “giovane rottamatore” dovrebbe entro la data fissata per la prima votazione dare un nome che possa soddisfare B. e la minoranza Pd giusto per salvare le apparenze. L’identikit ideale del candidato/a renziano sarebbe quello di un “arbitro” grigio e forse donna giusto come spot al finto femminismo. Rosy Bindi, che pure non la vale una Nilde Iotti, non sfigurerebbe per competenza e gavetta, ma non verrà mai presa neanche in esame. Sgradita.
Roberta Pinotti sarebbe perfetta come candidata renziana , se non fosse scivolata sulla buccia dei voli di stato utilizzati per uso privato: è vero lo fa anche Renzi , ma il capo può. Congelata. Laura Boldrini in teoria andrebbe benissimo, in pratica non piace a nessuno(manco al PD) per la sua indole autoritaria, sempre pronta a zittire il grillino di turno. Troppo Donna Prassede.
Anna Finoccharo ex nemica giurata del “rottamatore” alle scorse quirinarie sembrerebbe oggi gradita, in realtà è un nome fatto giusto per forma più che per convinzione. Indigesta. Ci sarebbe Paola Severino autrice della famosa legge che fece decadere un ex senatore pregiudicato, ma appunto B. non la farà mai votare. La spinta al rinnovamento è rimasta solo nelle intenzioni,oggi Mattarella o Amato saranno il risultato del patto dal Nazareno, con i troppi inetti presenti in parlamento, ovvero politici di scarsissima qualità e lì solo in quanto nominati dalle segreterie di partito, a ratificare l’accordo tra Renzi e B. Invece un segnale di un forte cambiamento sarebbe quello di andare oltre i soliti nomi della politica e puntare su qualcuno proveniente dalla società civile:certamente non la suggestione impossibile rappresentata dal musicista Muti, e neanche quella più casereccia del presentatore Magalli, ma qualcuno che possa senza nessuna ombra rappresentare l’Italia e ridare fiducia nelle istituzioni ai cittadini.